Cane morde gatto domestico: quali sono le conseguenze per il padrone?
Se un gatto è morso da un cane, le responsabilità ricadono sul padrone di quest'ultimo. Ma cosa può significare questo per lui?
Nel corso della convivenza con un cane, anche la più serena possibile, si possono verificare degli eventi spiacevoli che, a seconda dei casi e del contesto, avranno inevitabilmente delle ripercussioni sul suo proprietario, che ne è il diretto responsabile. Stiamo parlando ad esempio di quando un cane morde un gatto domestico: in questo articolo tratteremo proprio di un evento di questo tipo e degli effetti che esso avrà sul suo padrone sotto diversi punti di vista.
Una grossa responsabilità
Nella decisione di prendere con sé un cane, sia che essa provenga da un esperto in materia di comportamento animale o da un semplice appassionato, si inserisce un’altra decisione, più implicita ma che allo stesso tempo molti danno quasi per scontata, ossia quella di prendersi cura di lui per tutta la durata della sua vita. Ed è pur vero che prendersi cura di un cane significa assicurargli gli spazi adeguati, le cure migliori, una alimentazione sana e tutto l’affetto che siamo capaci di dargli, nonché una educazione e un addestramento corretti che gli permettano di interagire con il mondo che lo circonda nel modo più giusto e costruttivo per tutti.
Sin da quando è in tenera età, e anzi in particolar modo nei suoi primi mesi di vita, ci impegniamo – o almeno ci dovremmo impegnare – ad abituare il nostro piccolo amico a quattro zampe a situazioni e contesti il più possibile diversi e complessi, al fine di assicurargli una convivenza civile e serena con persone e altri animali quando sarà diventato adulto, e la sua mentalità sarà meno recettiva verso i nostri insegnamenti; questo è lo scopo primario di una buona socializzazione.
Eppure, anche con tutto l’impegno e tutta la buona volontà del mondo, possono sempre capitare delle situazioni che sfuggono al nostro controllo e alle nostre previsioni: situazioni alle quali il nostro Fido si ritrova impreparato e finisce col reagire in modo scorretto, nervoso, aggressivo e a volte persino pericoloso per gli altri. Ed è proprio in quelle situazioni che noi siamo i diretti responsabili per il modo in cui lui decide di comportarsi, e ne pagheremo le conseguenze in prima persona. Ma in cosa consistono tali conseguenze nel caso in cui il cane abbia morso un gatto?
Primo intervento
L’inimicizia tra il cane e il gatto è sempre stata considerata un fenomeno innato e inevitabile da moltissime persone, al punto da diventare un vero e proprio luogo comune che riguarda questi due animali. E anche se sono in tanti ad assicurare che in realtà essi siano perfettamente in grado di sfidare ogni stereotipo e imparare ad andare d’amore e d’accordo persino quando vivono sotto lo stesso tetto, è difficile negare che il carattere di ogni singolo esemplare e la sua personale esperienza di vita possano innescare, in particolari situazioni, degli episodi di aggressività ai danni di uno o dell’altro.
E in questi casi ad avere la peggio alla fine di questi scontri sono di solito i gatti, poiché sono più piccoli e deboli di molti cani e rispetto a loro possono contare su meno difese; i cani, dal canto loro, imparano sin da piccoli a usare la bocca come principale strumento per esplorare il mondo in cui si trovano, e il morso può a volte rappresentare per loro una risposta ricorrente se si sentono minacciati o anche solo sovraeccitati.
Proprio per questa grave disparità, è molto importante agire tempestivamente se ci si accorge che un gatto domestico è stato morso dal proprio cane, e prestare al micio immediato soccorso senza esitare a rivolgersi a un veterinario per un intervento tempestivo atto a salvargli la vita. Il morso di un cane potrebbe infatti aver provocato delle lesioni interne di cui potreste non accorgervi da soli. Se il gatto che è stato aggredito non è di vostra proprietà, questo episodio potrebbe avere delle conseguenze legali su di voi anche in base alla gravità dei danni riportati.
La legislazione in merito
La responsabilità per i danni cagionati da animali domestici è regolata dall’articolo 2052 del Codice Civile, secondo il quale “Il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, è responsabile dei danni cagionati dall’animale, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito”.
La differenziazione tra proprietario del cane e persona o ente che se ne serve fa riferimento ad animali che si prestano o si prestavano a utilizzi specifici da parte dell’uomo; nel caso del cane domestico la responsabilità di qualunque danno ricade generalmente sul padrone anche se l’episodio si verifica quando Fido non è sotto la supervisione di quest’ultimo, come ad esempio in seguito alla sua fuga dal giardino di casa, al suo allontanamento volontario nel corso di una passeggiata, a uno smarrimento o durante una temporanea permanenza in una pensione per cani.
Ogni episodio andrà valutato attentamente nelle sedi opportune, in modo da stabilire se esso rappresenti un caso fortuito, cioè un evento eccezionale, e quindi il padrone possa essere assolto da ogni colpa; va detto a questo proposito che il carattere dell’animale, anche se generalmente mansueto, non costituisce una scusante nemmeno se esso è stato provocato e spinto a reagire in modo aggressivo.
Per quanto riguarda i danni economici che il padrone del cane dovrà risarcire, essi saranno calcolati principalmente in base alle spese mediche affrontate dal padrone del gatto ferito; in caso di morte dell’animale si aggiungeranno a esse anche i danni morali causati dalla sua perdita.
Prevenire l’aggressività nel cane
Se è vero che ogni episodio di questo tipo verrà analizzato in modo minuzioso per accertare le reali responsabilità della persona che si prende cura del cane “incriminato”, è anche vero che nella maggior parte dei casi si tende a giungere alla conclusione che l’operato del padrone può, in effetti, aver contribuito anche in modo indiretto al verificarsi dell’aggressione. È per questa ragione che si considera di estrema importanza la prevenzione di qualunque atteggiamento aggressivo da parte di un cane.
Per fare ciò, come anticipato in precedenza, bisogna avviare un percorso di socializzazione su Fido quando lui è ancora molto piccolo, e una delle fasi più importanti e delicate che la compongono consiste proprio nell’inibizione del morso. Il cucciolo deve imparare fin da subito a controllare e regolare la forza che esercita con la bocca in modo tale da non costituire un pericolo per persone e altri animali anche in situazioni di gioco; e si tratta di una consapevolezza che deve acquisire prima di completare la crescita, cioè prima di acquisire ulteriore forza ma soprattutto prima che determinati comportamenti diventino troppo radicati nella sua mente.
Esiste infatti secondo molti esperti una soglia oltre la quale diventa estremamente difficile insegnare l’inibizione del morso a un cane: questa soglia viene superata più o meno dopo i 4 mesi di età o con il cambio dei denti. Come per qualunque concetto o comportamento vogliamo insegnargli, sarà necessaria molta pazienza e fondamentalmente un atteggiamento positivo, volto a enfatizzare e premiare i suoi progressi invece di punire i suoi errori o le difficoltà che prova. Ricordate che i cani sono generalmente portati a imparare cose nuove e amano fare contenti i loro padroni: con l’approccio giusto, e magari anche la consulenza di un esperto, sarete in grado di giungere ai risultati desiderati.