Cane fragile, come aiutarlo e seguirlo per farlo stare bene
Vivete al fianco di un cane fragile e dall’indole timorosa? Tuoni, rumori e traumi impattano sulla sua serenità? Ecco qualche idee per supportarlo durante il suo percorso di vita.
Qualche soluzione per rendere la sua esistenza più pacifica ed equilibrata, con il sostegno di una serie di esperti in grado di guidarlo verso una condizione emotiva stabile.
Il cane è un animale dall’indole positiva, in grado di assecondare e carpire le emozioni dell’amico umano. Per il suo benessere è bene ricambiare il favore.
Imparando a decodificare i segnali e le necessità che trasmette attraverso il linguaggio verbale, ma principalmente attraverso quello non verbale.
L’amico può abbaiare, piagnucolare, ululare ma anche comunicare le sue richieste grazie a movimenti precisi del corpo a partire dalle orecchie, passando per zampe e coda.
Spetta al compagno umano imparare a riconoscere gli stati d’animo del quadrupede, intervenendo adeguatamente quando necessario. Un cane fragile dal punto di vista emotivo è un essere delicato.
Che va compreso, aiutato e sostenuto sia dal punto di vista emotivo che psicologico, a partire da un ambiente domestico sereno oltre che sicuro. Vediamo insieme come fare.
Le fragilità del cane
Un cane può mostrare fragilità psicologiche, in particolare se vittima di un percorso di vita problematico o di un passato fatto di abbandoni, violenze e abusi.
L’educazione riveste un ruolo molto importante utile a socializzare Fido nel modo giusto, prevenendo ansie, stress e angosce che potrebbero incidere su mente e corpo.
Anche l’indole personale ed il carattere svolgono un ruolo importante, un cane deciso e tranquillo riuscirà a gestire meglio i fattori di disagio.
Condizioni che invece potrebbero intralciare il percorso emotivo di un cane timoroso e timido, un animale che necessita di maggiori rassicurazioni e certezze.
Sono tanti i fattori che possono alterare la serenità di Fido, come l’aver vissuto un passato traumatico, una vita fatta di randagismo, abusi e indigenza.
Oppure un cambio repentino di abitudini in grado di sovvertire una routine consolidata quali un trasloco, la perdita del compagno umano o del compagno di giochi come un gatto o un altro cane.
Anche vivere in un ambiente ricco di tensioni e litigi, trascorrere molte ore in solitudine o non ricevere adeguatamente amore, attenzioni e coccole.
La fragilità aumenta di pari passo con lo stress personale, tra le cause possiamo identificare anche l’arrivo di un estraneo o di un nuovo membro della famiglia, ad esempio un figlio.
Una vita a catena oppure un guinzaglio troppo corto, un ritmo troppo serrato per la sgambate, poco movimento, oppure al contrario troppo movimento e magari molto energico.
Questi sono elementi da non trascurare insieme alle visite dal veterinario o dal toelettatore che possono aumentare l’ansia personale, seguiti da un luogo troppo affollato o la presenza di bambini.
Fino ai più classici quali i rumori atmosferici e del traffico, i temporali, la musica troppo alta, un eccesso di regole o una totale assenza delle stesse fino a un sovraccarico di attenzioni.
Sono elementi di disagio molto importanti che è necessario non minimizzare o trascurare, in particolare se il cane li subisce e non li affronta nel modo giusto.
Sono situazioni che possono trasformarsi in disturbi comportamentali e in fragilità personali, stati d’animo che il cane comunicherà attraverso alcuni segnali da interpretare correttamente.
Ansia, stress e segnali
Lo stress è una risposta del corpo nei confronti di situazioni ed eventi che incidono sulla tranquillità personale, sia dal punto di vista fisico che psicologico, .
In alcuni casi può assumere un ruolo positivo, ovvero come risposta a situazioni stimolanti e molto appaganti. Ma nella maggioranza dei casi lo stress interferisce con l’equilibrio quotidiano.
Non colpisce solo l’uomo ma anche il cane di affezione, spesso un proprietario ansioso potrebbe trasferire questo stato d’animo anche al quadrupede.
Aumentando così le sue insicurezze e fragilità.
Una situazione di stress vissuta costantemente da Fido potrebbe diventare cronica e difficile da gestire, nel tempo. Con uno sbilanciamento nello stato emotivo e del sistema nervoso.
I sintomi più comuni e riconducibili a uno stato di fragilità emotiva sono lo stress, appunto, ma anche una condizione perenne di affaticamento, depressione, insicurezza e timore.
Fido potrebbe mostrarsi molto angosciato tanto da non riuscire a gestire vescica e intestino, oppure riposando a intermittenza con evidenti disturbo del sonno.
Altri sintomi ricorrenti sono il vomito, l’inappetenza con relativo rifiuto del cibo e la noia. Il cane potrebbe abbaiare ripetutamente o cercare di montare persone o mobili.
Potrebbe leccare ripetutamente le labbra, le zampe, grattarsi con foga o sbadigliare con continuità.
Assumendo una condizione di sudditanza abbassando la testa o il corpo, fino accucciarsi e ripiegando indietro le orecchie.
In alcuni casi potrebbe mostrare in denti in un sorriso particolare stringendo gli occhi ma sempre evitando lo sguardo, per timore e disagio personale.
Intercettare i segnali del corpo è molto importante così da intervenire nel modo giusto, supportando un percorso di recupero che riporti il sereno nell’animo del cane.
Comprensione e aiuto
Un cane fragile va capito e compreso nel modo giusto, partendo dalle cause scatenanti che hanno portato alla condizione di disagio.
Modificando comportamenti che alla lunga hanno contribuito a favorire la condizione attuale; spezzando così una routine divenuta lesiva per la sua tranquillità emotiva.
Se il cane vive male le lunghe ore di solitudine è bene concentrare sforzi e attenzioni sul tempo da trascorrere insieme, magari dedicandogli del tempo di qualità.
Allungando il percorso per una sgambata migliore, introducendo nuove zone da scoprire ma sempre in piena serenità.
Prestando attenzione al quadrupede, senza distrazione alcuna, e permettendogli di muoversi senza stress.
Limitando le strattonate al guinzaglio ma, se possibile, offrendogli la possibilità di correre e giocare in libertà.
Meglio se all’interno di un’area recintata e protetta come quella per i cani.
Favorendo così l’interazione con altri animali, lanciandogli palline e dedicandogli le attenzioni che merita, in un coinvolgimento ludico di qualità.
Durante le ore di solitudine casalinga lo si può distrarre affidandogli un kong contenente crocchette o cibo umido, che lo occuperà distraendolo a lungo.
Se il timore è legato ai rumori forti come tuoni, fuochi d’artificio e traffico, meglio creare un’area tranquilla all’interno della casa dove possa rintanarsi.
Lasciando la TV accesa o una musica tranquilla che possa distrarlo, parlandogli senza stringerlo e senza accarezzarlo troppo.
Meglio distrarlo con qualche gioco o semplicemente parlandogli. Troppe attenzioni potrebbero aumentare la condizione di stress.
È preferibile assumere un comportamento normale quasi ignorando l’amico. Mettendo in atto la routine consueta per ricavare risultati ottimali.
Un atteggiamento normale e rilassato che lo rassicuri, senza cedere nei confronti di vizi e modi troppo protettivi.
La pazienza è un’arma fondamentale necessaria per affrontare ogni situazione di disagio vissuta dal cane, senza demordere ma proseguendo nell’intento fino al risultato finale.
Il supporto di un educatore potrebbe rivelarsi fondamentale per apprendere i comportamenti base da utilizzare nelle situazioni che creano al cane maggiore disagio.
Interiorizzando così regole e comandi da riprodurre all’occorrenza, con i tempi giusti e con l’atteggiamento più calmo, utile a ricondurre Fido verso la serenità.
Se la fragilità dell’amico di casa è la conseguenza diretta di un passato traumatico è meglio chiedere supporto al veterinario di fiducia, oppure a un comportamentalista.
Il primo potrà suggerire una serie di rimedi medici, naturali o farmaceutici, utili a ridimensionare la stress e l’angoscia vissuta da Fido.
Un comportamentalista potrà correggere le derive comportamentali messe in atto dal cane per paura, avviando così un percorso di recupero emotivo.
Non solo regole e comandi ma atteggiamenti da modificare a partire dall’ambiente consueto, magari dagli atteggiamenti messi in atto erroneamente dalla famiglia e dal branco umano.
Nei casi della sindrome da canile l’esperto potrebbe intervenire spezzando la routine comportamentale messa in atto dal cane per timore.
Una serie di manifestazioni specifiche come ad esempio la fuga o, al contrario, la paralisi emotiva.
Il cane potrebbe mostrare vari livelli di ansia o stress, quindi di disagio personale che l’esperto andrà a correggere in modo efficace.
Partendo dalla valutazione psichiatrica del cane così da comprendere l’origine del problema, se legato ad una scorretta gestione dell’animale o a una situazione di tipo emotivo-relazionale.
Un ruolo fondamentale, una figura a cui ci si deve rivolgere per non trascurare il percorso del cane, impedendo comportamenti negativi e ossessivo-compulsivi.
Cosa non si deve fare
Il cane fragile va supportato e non minimizzato, sicuramente non va allontanato o scacciato con violenza. Le punizioni e le botte sono da evitare completamente.
Non esiste nessun riscontro educativo nella violenza, il cane non comprende i rimproveri ma li teme e spesso si rivolta per pura difesa personale.
Fido deve poter contare su un percorso di recupero costante e continuativo, su regole da interiorizzare in modo positivo.
L’amico umano dovrà affiancarlo con decisione ma in piena serenità trasmettendogli positività e fiducia nelle sue capacità.
Modificando una routine errata o tutta una serie di scelte personali che incidono negativamente sul quadrupede, impedendo così un dialogo fluido tra cane e uomo.
Il benessere di Fido inizia dalla comunicazione con l’amico umano, un’interazione fatta di parole ma anche di messaggi nor verbali che quest’ultimo dovrà imparare a riconoscere.
Movimenti, segnali impercettibili, versi e scodinzolate, parte attiva di un dialogo sempre ricco e continuo.