Cane da caccia ucciso perché ha la zampa rotta: denunciato il cacciatore
La ferita poteva essere curata
Lndc Animal Protection denuncia un caso davvero terribile, che ha per protagonista una segugia mandata a morire quando, invece, poteva essere curata. Il cane da caccia è stato ucciso perché aveva la zampa rotta. Ma secondo gli animalisti poteva guarire con i trattamenti più idonei. Il cacciatore, suo proprietario, ha ricevuto una denuncia anche dall’associazione animalista.
Piera Rosati, presidente della Lndc Animal Protection, ha presentato una querela contro il cacciatore che, secondo l’associazione, avrebbe ucciso il cane che aveva riportato una frattura alla zampa.
Quando diventano troppo anziani o, come in questo caso, hanno infortuni che non permettono loro di lavorare come preteso dai proprietari, questi ultimi li condannano a morte. Proprio dalle persone per le quali darebbero la vita.
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La vicenda ha avuto luogo a Costabissara, in provincia di Vicenza.
Tosca, una segugia, si stava allenando per la caccia ed è finita in strada, venendo investita da un’automobile che le ha rotto un femore. Nulla di particolarmente grave, una frattura che poteva essere sistemata con un’operazione effettuata da un veterinario competente. Ma questo avrebbe comportato dei costi e probabilmente Tosca non sarebbe più stata efficiente nella caccia. Per questo motivo il suo proprietario ha deciso di spararle un colpo di fucile in testa, uccidendola.
L’associazione ha denunciato il cacciatore per uccisione di animale, come previsto dal Codice Penale, perché ha ucciso la sua cagnolina per crudeltà e senza una reale necessità. I veterinari, infatti, potevano curarla. Secondo la responsabile del gruppo animalista non esistono motivazioni valide per sparare in quel modo a bruciapelo a un cane, solamente perché si era rotto una zampa.
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