Cane con padrone morto, cosa fare se decidi di tenerlo con te
Cosa dobbiamo fare di fronte ad un cane tristissimo a causa del padrone morto? Ecco qualche consiglio per gestire al meglio situazioni così spiacevoli.
Come dobbiamo comportarci di fronte alla tristezza e all’apatia di un cane col padrone morto? In situazioni così spiacevoli, è bene tirar fuori tutta la grinta necessaria per fare in modo che il morale di tutti possa essere un minimo risollevato. Ecco qualche informazione utile a riguardo.
Morte del padrone: come reagisce il cane?
Purtroppo la vita non è sempre come ce la aspettiamo. Anzi, la maggior parte delle volte il destino ci riserva delle sorprese davvero molto d’impatto, che non sempre sono del tutto positive.
L’argomento di cui si vuole trattare oggi non è del tutto felice, bensì a volte si rende necessario discutere di eventi che, sfortunatamente, possono succedere anche se non si vorrebbe.
Il punto della questione è il seguente: come si gestisce un cane con il padrone morto? Come può reagire il nostro fedele compagno a 4 zampe di fronte ad una mancanza?
Essendo dotato di emozioni, sensibilità e attenzione psicologica, il cane può soffrire una morte esattamente come succede all’essere umano.
Il nostro piccolo amico non potrà interagire con noi attraverso il linguaggio, ma questo non significa di certo che non abbia i modi per comunicare quello che prova, che ciò sia positivo o negativo!
Se è vero l’assunto secondo cui “il cane è il migliore amico dell’uomo“, come potremmo mai pensare che lui non senta dolore di fronte ad una perdita?
Ricordiamoci sempre, prima di ogni altra cosa, che per il nostro cucciolotto noi rappresentiamo l’idea di famiglia, di concretezza, di amore, di affetto, di punto di riferimento costante e perenne, duraturo per tutta la sua vita!
Come possiamo prenderci cura al meglio di un cagnolino che, a tutti gli effetti, subisce un lutto? Esso, di qualunque tipo sia (prematuro, improvviso, inaspettato, naturale), non si riesce mai ad accettare in modo del tutto sereno, ovviamente.
È molto comune che il cane, di fronte alla perdita del suo padroncino, cambi completamente atteggiamento nei confronti di tutto e tutti.
Probabilmente, almeno in un primo momento, cambierà il suo stile di vita, si lascerà trasportare dalle emozioni negative e dall’apatia, non riuscirà più a sentirsi sereno e in uno stato di benessere generale. Cosa fare, allora?
Ci sono delle regole da seguire?
Come possiamo aiutare il nostro piccolo? In una famiglia, il cane ha sicuramente delle bellissime amicizie con tutti i membri. Al di là di questo, tuttavia, sappiamo bene, da appassionati, che Fido sceglierà una persona in particolare come modello di vita e punto di riferimento. Questi è il padroncino ideale per lui, quello che, in un certo sento, è considerato il “capo-branco“.
È certo che il nostro amico a 4 zampe reagirebbe male di fronte alla morte di qualunque membro della famiglia. Tuttavia, è altrettanto vero che si sentirebbe “mancare la terra sotto i piedi” qualora a sparire fosse proprio la sua “persona preferita”.
Qual è il primo pensiero a cui dobbiamo rivolgere la nostra attenzione in casi particolari come questo? Come si combatte la tristezza? Certamente si rende fondamentale e determinante “esserci“, nel senso più letterale del termine!
Cosa significa? Vuol dire fare in modo che il cane soffra il meno possibile la mancanza di una persona a lui molto cara, compensando con la presenza: la nostra, quella di chi è rimasto con lui ed è pronto ad aiutarlo.
Come succede per noi esseri umani in caso di lutto, ci sono delle cose davvero molto importanti che ci aiutano ad affrontare “un po’ meglio” (in senso lato) una situazione simile.
La presenza, il calore e l’affetto di chi è rimasto, ovvero di chi ha a cuore il nostro benessere, possono davvero fare la differenza, al di là di qualunque destino avverso o semplicemente “naturale”.
Potremmo, allora, adottare questa tecnica anche per consolare il nostro cucciolo. È un processo lungo, che richiede attenzioni, costanza, pazienza, calma e tanta forza di volontà! Tuttavia, in fondo, venirsi incontro a vicenda può essere una soluzione funzionale per tutti!
Ci vorrà tempo, è normale. Però, passo dopo passo, tutta la famiglia, compreso il nostro amico a 4 zampe che ne è un membro effettivo, imparerà a reagire e ad andare avanti, mantenendo e accogliendo il bel ricordo di chi non c’è più.
Di fronte a casi del genere, di certo non ci sono regole che valgono universalmente per tutti allo stesso identico modo. Tutto ciò non può essere spiegabile con le parole, tanto meno si possono dare delle indicazioni considerate “da manuale”.
Ogni situazione è a sé e ogni persona o animale ha il suo specifico carattere. Fra l’altro, in balìa di un evento come un lutto, tutti scopriamo di non aver mai conosciuto fino in fondo noi stessi! Le reazioni, infatti, com’è normale che sia, possono essere molto strane o inusuali.
Ciò che conta in assoluto, allora, è stare vicini gli uni agli altri e fare in modo che il vuoto venga colmato con tutto l’amore, il gioco, l’affetto, la tenerezza che si possa concedere. Dovremmo comportarci proprio così con il nostro cucciolo!
Piano piano, col tempo, tutti ritroveremo lo spirito giusto: ci vuole tanta pazienza e tanto spirito! Il nostro cane, infatti, potrebbe diventare davvero apatico, non avere più energia, non avere più voglia di correre, di scorrazzare, di mangiare, nutrirsi o bere.
Per evitare che questo brutto periodo possa sfociare in qualcosa di peggiore nel lungo termine, è importantissimo cercare di prevenire scomode conseguenze come meglio si può.
Cosa possiamo fare? Qual è il segreto? Spronare il piccolo a rialzarsi e a reagire giorno dopo giorno, facendogli capire che tutto quell’amore può ritrovarlo ancora nelle persone che gli vogliono bene, che tengono a lui e che, nonostante tutto, sono pronte ad affrontare la vita con lui.
La storia di Hachikō
I cani sono degli animali davvero incredibili. Chi non conosce la storia del famosissimo Hachikō? La vicenda di questo splendido Akita Inu ha emozionato non soltanto il Giappone, Stato in cui successe il fatto realmente, ma il mondo intero.
Il meraviglioso cagnolone in questione è diventato famoso sicuramente grazie al grande schermo. Nel 2009, infatti, uscì “Hachiko – Il tuo migliore amico“, film diretto da Lasse Hallstöm e che ebbe come personaggi un meraviglioso Hakita, interprete di Hachikō, e Richard Gere, nei panni del Professore protagonista.
Questa è la storia di Hachikō (nella realtà del 1924, Hachi), un Akita Inu che ogni mattina era solito accompagnare il suo amico per la pelle alla stazione, dove egli prendeva il treno per andare a lavoro.
Hachikō, un fedele compagno di vita e il migliore amico che si potesse mai desiderare, trascorreva ogni giorno della sua vita presso la ferrovia, ad aspettare il suo padroncino con calma e dedizione. Tutto questo, per accoglierlo con una splendida coda scodinzolante al suo ritorno!
L’incanto sfumò quando successe un fatto di cui Hachikō non era a conoscenza. Il suo caro amico umano morì, proprio sul posto di lavoro, a causa di un ictus improvviso e inaspettato.
L’Akita, inconsapevole di tutto ciò, restò in attesa alla stazione per giorni e giorni, finché qualche passante non si rese conto della stana faccenda e venne a conoscenza dell’accaduto.
Hachikō, fedele fino alla fine, dilaniato dalla tristezza e dall’incredulità, non riusciva ad accettare l’idea che il suo padroncino non sarebbe più tornato. Per i 10 anni successivi, non mollò la presa! Il cagnolone non si perse mai d’animo! Tanto che, infatti, continuò ad aspettare la possibile apparizione del suo amato Professore in stazione.
La sua storia divenne presto leggenda. Hachi era ormai diventato amico di tutti: di sicuro, l’affetto e le attenzioni non gli mancarono più! Tuttavia, quello che è certo è questo: lui avrebbe voluto solo e soltanto l’amore dell’unica persona che non avrebbe più rivisto.
Questa è una storia realmente accaduta nel Giappone dei anni Venti del Novecento. Il vero Hachi morì l’8 marzo del 1935, esattamente 10 anni dopo la morte del suo stesso padroncino. In segno di riconoscenza e di onore per la fedeltà e la lealtà incondizionata dimostrate da Hachi, il Giappone ha addirittura indetto un giorno di lutto nazionale.
Tutto ciò per dimostrare una cosa fondamentale. Anche i cani possono soffrire (e tanto!) per la morte del proprio padroncino o di un membro della famiglia.
Il nostro compito, allora, quello di “chi resta”, è cercare di rendere il resto della sua vita il più sereno e felice possibile. Una mano, una coccola, una carezza, un’ora in più del nostro tempo possono fare la differenza, sia a noi, sia (e soprattutto!) a lui. “Esserci” è il segreto per andare avanti, insieme.