Come aiutare un cane con l’alzheimer?
Un cane con l'alzheimer si sente in una bolla, disorientato e non sa cosa gli stia capitando. Ecco come alleviare le sue sofferenze
Un cane con l’alzheimer è un cane con una disfunzione cognitiva. Vengono colpite la memoria del nostro amato quadrupede, e le sue facoltà mentali. Si ha un radicale cambiamento comportamentale e la quotidianità viene stravolta.
Tutto peggiora nell’ultima fase, quella degenerativa: quella in cui il nostro fedele amico, che ci ha consolato nei momenti difficili e ha gioito con noi in quelli felici, perde il controllo e la percezione di sé; quella in cui dobbiamo stargli accanto dimostrandogli quanto gli vogliamo bene.
Cosa possiamo fare
Un cane con l’alzheimer o anziano – spesso le due cose si confondono e hanno caratteristiche simili – ha bisogno di un ambiente sereno e confortevole. Se lo merita dopo un’intera vita di fedeltà e amore incondizionato nei nostri confronti
Tranquillità e calma diventano fondamentali per alleviare i sintomi, e la conseguente sofferenza, della malattia. La compagnia ha un ruolo importantissimo: deve sentire il nostro affetto e la nostra vicinanza.
Non lasciamolo mai solo per troppo tempo durante la giornata, o addirittura per più giorni. La solitudine potrebbe provocare depressione, aumentare lo stress e l’ansia e arrivare a peggiorare l’andamento generale della sindrome.
I sintomi
Un cane con l’alzheimer non passa inosservato. Ci sono diversi segnali che devono metterci in allarme e farci correre subito dal veterinario per impedire che il decorso, qualora ci sia una diagnosi, sia troppo veloce. Il nostro amato amico appare:
- Disorientato: non presente a se stesso e incapace di muoversi nell’ambiente circostante. Potrebbe arrivare a girare in tondo o a fermarsi in mezzo alla stanza con sguardo assente;
- Distaccato nei nostri confronti: non riconosce gli affetti; non sa più chi siamo noi, i suoi compagni di avventura per una vita; si allontana rifiutando coccole e carezze. L’interesse verso l’interazione e le uscite giornaliere scema, tende a stare da solo;
- Si comporta come mai prima: non vuole giocare più, e non è più molto attivo. Il suo atteggiamento diventa ansioso e preoccupato: non capisce cosa gli stia succedendo e dove si trovi. Scambia il giorno con la notte;
- Ha difficoltà di apprendimento e a livello intestinale.
La nostra presenza e la consapevolezza di non essere solo potranno aiutarlo ad affrontare meglio la devastazione psicofisica che questa malattia degenerativa comporta.
La diagnosi
Spesso un cane con l’alzheimer viene scambiato semplicemente per un cane anziano. Solo l’esperienza del veterinario può interpretare correttamente i sintomi, e solo con una visita accurata si può arrivare a una diagnosi.
L’identificazione della sindrome non è immediata, si procederà per esclusione e la certezza si avrà solo dopo una lunga e dettagliata osservazione, esaminando gli esiti clinici e comparandoli con i comportamenti casalinghi elencati da noi bipedi.
La cura
Non esiste una cura vera e propria, solo una serie di accortezze che possono rallentare la progressione della malattia, così da rendere la vita di Fido dignitosa fino alla fine.
Dieta, medicinali, routine legata alle uscite, esercizi e premi possono aiutare il nostro amico a quattro zampe, dandogli una certa stabilità e la possibilità di apprendere nuovamente ciò che ha vissuto durante la sua esistenza. Tra i possibili trattamenti ci sono:
- Farmaci palliativi per ritardare la progressione della malattia;
- Alimentazione specifica;
- Integratori alimentari, come antiossidanti e vitamina E;
- Terapie comportamentali.
E, come già detto, tanta pazienza e tanto amore, che per un cane con l’alzheimer sono sempre la migliore medicina.