Barboncino, storia: le origini, l’evoluzione e il percorso di questa razza
Qual è la storia del Barboncino? Cosa racconta la vicenda di questo famosissimo esemplare dal pelo riccio e dallo sguardo dolcissimo? Andiamo a scoprirlo
Qual è la storia del Barboncino? Quali dettagli si nascondono dietro la storia che racconta la sua vicenda? Vediamo insieme qualche dettaglio sul suo percorso di vita per cercare di conoscerlo meglio e scoprire insieme quello che c’è da sapere su di lui.
Barboncino: origini e storia
Ad oggi, non si sa moltissimo sulla storia del Barboncino. Le sue origini non sono state definite molto nello specifico, in quanto le notizie che si hanno sono molto vaghe e incerte.
Sicuramente, ci sono alcuni punti fermi sui quali si può fare affidamento: il Barboncino è la taglia piccola del Barbone, infatti non è una razza riconosciuta di per sé.
Quella che la FCI, la cosiddetta Fédération Cynologique Internationale, ha riconosciuto ufficialmente è soltanto la sua versione “grande”, ovvero il Barbone.
Essa appartiene al Gruppo 9, Cani da compagnia e toy, esattamente come il Barbone o il Barbet, cani dall’aspetto e dalla storia molto simili.
Il Barboncino è effettivamente la forma piccola del Barbone: è il classico cane d’appartamento, dolce, affettuoso, sensibile e sempre pronto e disponibile a instaurare un rapporto di grande amicizia con l’uomo.
Ma per andare ad analizzare nello specifico la vicenda che lo ha portato fino a noi, cosa si deve raccontare? Quali sono le origini reali del Barboncino? Come già detto, è molto difficile ricostruire la sua storia, poiché non ci sono delle notizie certe e specifiche di tale razza.
Anche semplicemente riguardo la zona d’origine, ci sono molte teorie proposte nel corso del tempo. C’è chi sostiene che sia originario della Francia, chi invece attribuisce i suoi natali alla Germania, proprio come è avvenuto per il Barbone, chi lo fa direttamente derivare dal Barbet.
Vediamo brevemente i caratteri essenziali che raccontano la storia degli “antenati” (se così possono essere definiti!) del Barboncino, al fine di ricostruire in parte l’intera vicenda.
Barbet, antenato del Barboncino: da dove viene?
Il primo dettaglio che va sottolineato riguardo il Barbet è il seguente. Esso è un cane sicuramente di origine europea, che veniva definito “cane d’acqua europeo“, grazie alla sua particolare predisposizione per questo elemento della natura.
Il Barbet è famoso da tempi antichissimi nelle zone europee soprattutto francesi (e limitrofe). Le prime testimonianze si collocano circa nel periodo di fine 1300. Molti libri raccontano della sua bellezza e dell’affabilità di questi cani di media taglia dal pelo riccio, molto diffusi e richiesti già all’epoca.
Sarà poi soltanto nel XVI secolo che si arrivò ad una sorta di “ufficializzazione” della razza. Fu un esperto cinofilo ad attribuire il nome “Barbet”, la cui etimologia fa di certo riferimento all’aspetto del cane.
Il termine “Barbet” probabilmente si ricollega al musetto del cagnolone: esso ha una vera e propria barba. Folta e completamente riccia, è anche arricchita da baffi riccioluti che addolciscono e rendono simpatico il suo intero aspetto.
Come mai, insomma, si deve parlare del Barbet per cercare di ricostruire le origini del Barboncino? Inizialmente, il Barbet e il Barbone (la macro-categoria alla quale appartiene il Barboncino) venivano spesso confusi a causa dell’aspetto simile. Entrambi presentavano il pelo riccio, tenuto abbastanza lungo, morbido e lanoso.
Col tempo, però, gli appassionati impararono a distinguerli, soprattutto sulla base di alcuni elementi facilmente visibili. Ad un primo sguardo, infatti, il Barbone si presenta come esemplare molto più elegante e raffinato rispetto al Barbet, un cagnolone che invece si pone con un atteggiamento più “rustico” e selvaggio, anche se con un carattere pur sempre dolcissimo.
Il Barbet inizialmente svolgeva un compito che da sempre gli si addice perfettamente: la caccia. Quale tipo di caccia in particolare? È sempre stato molto abile per acciuffare qualunque tipo di preda, ma soprattutto è abile in quelle di difficile gestione e di piccola taglia.
Spesso, infatti, il Barbet partiva insieme ai marinai per le spedizioni di esplorazione ed era utilizzato per scovare e disinfestare i topi che si nascondevano negli angoli più remoti delle navi.
Col tempo, inoltre, la fama di cacciatore del Barbet iniziò a precederlo: furono moltissime le richieste di questo cagnolone, tanto che alcuni appassionati gli attribuirono anche il soprannome “cane fangoso“.
Oltre all’acqua, infatti, lui si è sempre divertito moltissimo a scorrazzare in diversi e “impervi” ambienti, come le paludi o il fango stesso. Dopo di che, però, i suoi amici umani si accorsero che un suo grande e importante pregio era anche quello di porsi in modo dolce e affabile.
Dopo aver svolto al meglio i suoi compiti, il Barbet era un grandissimo coccolone. Vedere il suo amico soddisfatto e pieno di orgoglio per lui era la cosa che amava di più.
In seguito ad una giornata di lavoro, insomma, il Barbet ha sempre adorato trascorrere qualche ora di relax in dolce compagnia. Ecco come gli appassionati scoprirono quanto fosse tenero e perfetto per la casa, ottimo anche come cane d’appartamento.
Barboncino: sotto-categoria del Barbone
Per capire le origini del Barboncino, dobbiamo far riferimento a quelle del Barbone. Essendo quest’ultimo la versione “ufficiale”, riconosciuta e “grande” del Barboncino, le due storie possono essere perfettamente sovrapposte.
Sicuramente, date le similitudini fra il Barbet e il Barbone, si può presupporre che qualche abbiano qualche gene in comune. Dopo vari incroci e accoppiamenti mischiati, qualcosa a livello genetico avrà sicuramente contribuito allo sviluppo delle analogie fra le razze.
Quello che sappiamo riguardo il Barbone, e quindi anche riguardo le origini del Barboncino, è che sia un cane originario di una zona compresa fra la Francia e la Germania.
Il Barbone ha moltissimi caratteri simili al Barbet, sia d’aspetto, sia di indole. Anche lui, infatti, è propenso per buttarsi in acqua alla ricerca di prede da acciuffare, senza paura né alcuna remora.
Il Barboncino insomma, esattamente come il Barbone, è conosciuto fin dal Medioevo. A questo periodo, infatti, appartengono dei dipinti che ritraggono tali “razze” in ogni loro taglia.
Poi, altre testimonianze risalgono al Sei o Settecento. A questo periodo appartengono dei testi letterari che nominavano tali cagnoloni da pelo riccio come ottimi compagni di appartamento e di vita.
Durante la storia, i ruoli che svolsero tali esemplari furono fra i più svariati. Partirono come cani da caccia, poi da compagnia, dopo ancora come cani da utilizzare per i numeri acrobatici nei circhi francesi.
Un ulteriore e più tardo utilizzo, inoltre, fu quello dei nobili spagnoli. Durante il XIX secolo il Barbone (e il Barboncino) erano i “cani dei nobili“. Cosa significa? Le classi sociali di rango più alto sceglievano queste razze sia per la loro incredibile affabilità nei confronti dell’uomo, sia per il loro aspetto elegantissimo e raffinato.
Ecco che, dunque, ci si distaccò definitivamente dalla confusione che veniva fatta nel distinguere il Barbone/Barboncino e il Barbet.
I nobili spesso sceglievano di prendere un esemplare appartenente alla razza Barbone/Barboncino per mostrarlo nell’alta società. I motivi erano due: renderlo un simbolo e una dimostrazione di nobiltà e raffinatezza; avere una dolce ed elegante compagnia con cui trascorrere le intere giornate.
Ecco la storia del Barboncino. Il Barbone e il Barboncino, dunque, possono essere quasi considerati la stessa cosa. Lo standard del Barbone prevede 4 taglie: grande, medio, nano, toy. Il Barboncino appartiene alle categorie più piccole del Barbone.