Come avvicinarsi a un cane che abbaia, senza rischi
Il rapporto con un animale non è sempre, da subito pacifico. In alcuni casi può tornare utile sapere come avvicinarsi a un cane che abbaia. Il metodo
Di norma la nostra palla di pelo è un animale tranquillo ed equilibrato, ciò non toglie però – soprattutto quando è ancora piccolino – che giochi e non sappia dosare la forza.
L’aggressività, però, si manifesta in specifici contesti. A seconda della situazione, potrebbe diventare indispensabile proteggere sé stessi e gli altri: la famiglia, eventuali ospiti.
Come avvicinarsi a un cane che abbaia? Tralasciando la questione dolore, anche se la ferita provocata può infettarsi, il problema principale è legato alla socializzazione del nostro amico a quattro zampe. Va curata esattamente come si fa per la sua salute e la dieta di tutti i giorni.
Uno sguardo di insieme
Avvicinarsi a un cane che soffia, prima di tutto, è una questione di mantenimento del controllo. Non è mai il caso di reagire con violenza o urlando, anche se può venire istintivo farlo. La nostra palla di pelo, infatti, non ha un cervello strutturato per capire il significato della punizione e, se viene chiamato in causa, si aspetta piuttosto accettazione.
In caso di nervosismo e senso di controllo su un determinato componente della famiglia, per esempio, evitiamo di toccarlo e teniamo le mani fuori dalla portata di zampe e denti. Se non si dovesse calmare, è consigliabile alzarsi e uscire dal suo raggio visivo.
Subito dopo un’aggressione, non dobbiamo concedergli coccole e attenzioni. È bene che capisca di avere sbagliato e che non deve più permettersi un atteggiamento simile. Se non facciamo in questo modo, il rischio è di lanciare messaggi equivoci.
Piuttosto lasciamo che abbia una via di fuga, altrimenti penserà di essere in trappola e l’atteggiamento difensivo non diminuirà, anzi. Sostanzialmente è meglio togliersi dai piedi e non concedergli cibo per almeno i 20 minuti successivi, in caso contrario rischieremmo che questo gesto venisse preso come una sorta di premio.
Il linguaggio del corpo
Per avvicinarsi a un cane che abbaia è bene capire le motivazioni che spingono il quadrupede in questione ad adottare un comportamento a dir poco scontroso. Partiamo dal concetto che ci sono delle razze particolarmente gelose e schive, ma questo non vuol dire che non vada fatta un’indagine sullo stato psicologico del nostro amico a quattro zampe. C’è sempre una ragione nei gesti dei felini.
Il cane risponde meglio ai rinforzi positivi. Facciamolo giocare con un pupazzo, per esempio, in modo tale da spostare l’attenzione su qualcosa che può disintegrare a suo piacimento. Importantissimo è il linguaggio del cane. Infatti, migliore è il legame tra bipede e quadrupede, più sarà semplice capirsi a vicenda.
Possiamo anche battere le mani per attirare la sua attenzione e associare il comando di negazione verbale. In alternativa, possiamo tentare di ignorarlo per almeno dieci minuti o un quarto d’ora. È una strategia che va messa in atto ogni volta che si presenta la situazione, fino a quando Fido non avrà compreso.
Prevenire è meglio che curare
Per avvicinarsi a un cane che abbia è fondamentale agire sulla socializzazione. Tra le prime cose che dobbiamo insegnargli e a non esagerare quando gioca e a non considerare il padrone di sua proprietà. Facciamo un piccolo urlo e tiriamo indietro la mano per fargli comprendere che la sessione di gioco è sospesa. Tiriamoci indietro lentamente, se no alimentiamo l’agitazione.
Se l’ambiente in cui vive è a misura di quadrupede, non avrà motivo di cercare altrove distrazioni e motivi di divertimento. Fido è curioso e ama sperimentare: facciamo sì che possa avere sempre qualcosa con cui incanalare correttamente le proprie energie.
Alcuni comportamenti dei cane, anche se ci sembrano strani, sono quasi sempre naturali e legati all’istinto. Perché il cane morde? È anche una necessità che può essere assecondata in maniera meno dannosa per tutti gli attori in gioco attraverso l’utilizzo accessori progettati ad hoc. Proviamo a pianificare diverse sessioni ogni giorno, che durino dai cinque ai dieci minuti. Stimoliamolo dal punto di vista mentale e facciamolo stancare fisicamente. In questo modo dimostrerà una aggressività ridotta.
I segnali più frequenti
L’aggressività, generalmente, non è mai improvvisa. Il corpo del nostro amico a quattro zampe, infatti, si prepara a fare l’agguato. Se siamo in grado di interpretare in modo giusto i suoi movimenti, possiamo evitare che continui a farlo.
Avvicinarsi a un cane che abbaia è anche una questione di tempismo. Se gli animali si mettono sulla difensiva, da un momento all’altro attaccheranno; possono emettere anche un suono gutturale e un lamento simile a un ululato. Le orecchie all’indietro e appiattite sulla testa o gli angoli della bocca sollevati sono chiari segnali. Le pupille, invece, non si dilatano e Fido non sarà particolarmente eccitato: sono segnali tipici del gioco. In casi del genere è bene rimandare.
Le possibili cause
La separazione precoce dalla madre potrebbe essere causa di stress e ansia nella nostra piccola palla di pelo. Anche un trasferimento o un viaggio possono destabilizzare i nostri amici a quattro zampe che sono molto abitudinari e prediligono i giorni segnati della routine.
I cani che passano molto tempo da soli, e non sono stati preparati all’interazione con gli esseri umani o altri amici a quattro zampe, non sono molto inclini alla moderazione. Attaccano improvvisamente, ma non sono sempre consapevoli delle conseguenze.
Indispensabile, per prevenire eventuali aggressioni, è conoscere l’indole di Fido. Prima di spingerci nella formulazione di ipotesi, cerchiamo di entrare nell’ottica del felino. In realtà, infatti, potrebbe semplicemente reagire a una situazione di nervosismo. In questi casi, è consigliabile ristabilire la calma e un’atmosfera tranquilla.
Conclusioni
Riuscire ad avvicinarsi a un cane che abbaia dipende molto dalla comprensione tra bipede e quadrupede. L’obiettivo è infatti quello di capire quali sono le ragioni alla base di un comportamento magari solo in apparenza scontroso. Se nel corso di una sessione di gioco e relax, lo sproniamo ad attaccare agitando le mani, le dita o i piedi, non c’è da stupirsi se reagisce malamente: non è detto, infatti, che abbia capito quali sono le nostre intenzioni.
Non sono da sottovalutare nemmeno le condizioni di salute generali. Se Fido è affetto da una qualche patologia, è perfettamente normale che si senta vulnerabile e potrebbe attaccare per difesa. Se notiamo i segnali tipici del nervosismo, è bene contattare lo specialista che, con l’ausilio di una nostra anamnesi il più possibile dettagliata, potrà arrivare a una eventuale diagnosi e prescrivere la cura più adatta per risolvere il disturbo. Infine, potrebbe essere necessario rivolgersi a un comportamentista esperto.