Attacco di panico nel cane: come identificarlo e come riuscire a intervenire subito
Anche gli amici a quattro zampe possono avere dei problemi a livello mentale. Ecco allora come gestire al meglio l'attacco di panico nel cane
Come si manifesta l’attacco di panico nel cane? Anche in questo bipedi e quadrupedi possono trovare un punto in comune, anche se si tratta di quelle situazioni che nessuno vorrebbe mai vivere e alle quali assistere quando a esserne colpiti sono gli affetti, amici a quattro zampe compresi.
Siamo di fronte a un disturbo subdolo, che sopraggiunge all’improvviso e senza un motivo apparente. Tutti ne possono essere affetti e può presentarsi in qualsiasi momento. Ecco perché ogni campanello d’allarme non deve mai essere sottovalutato.
Uno sguardo di insieme
Per noi esseri umani si tratta di uno stato di ansia acuta, che si presenta in seguito a un forte stress e con sintomi ben precisi e riconoscibili. La stessa certezza non la si può avere con l’attacco di panico nel cane. Basti pensare alla difficoltà di comprendere un linguaggio del corpo molto diverso dal proprio.
Nonostante il gap comunicativo, inevitabile tra due specie così diverse fra loro, si sia ridotto sensibilmente grazie a un rapporto sempre più simbiotico, ci sono delle differenze che non si possono eliminare.
Una persona nel bel mezzo di un attacco avrà il battito cardiaco accelerato, l’affanno e il respiro più veloce, una sudorazione fuori norma, tremori, vertigini e nausea. In genere, poi, successivamente al primo attacco, il disturbo si ripresenta nel corso della propria vita senza dare delle avvisaglie specifiche.
E nel cane cosa succede
Il motivo per cui il nostro amico a quattro zampe può esserne vittima è da ricercare nella sua estrema fragilità e nella sua straordinaria sensibilità. Il fatto di vivere a stretto contatto con l’uomo, poi, ha amplificato il tutto.
L’attacco di panico nel cane quindi è possibile, e si presenta insieme a una serie di altri disturbi riconducibili a disfunzioni di natura emotiva. Non è solo l’ansia a scatenarlo.
Le possibili cause
Succede come negli esseri umani: la paura e l’ansia si presentano perché innescano un meccanismo di difesa necessario per sopravvivere e rispondere a quello che viene percepito come un pericolo imminente.
Il panico, infatti, non fa altro che creare una scarica di adrenalina o di epinefrina, l’ormone che invia al cervello un messaggio preciso: “Scappa o combatti”. In questo modo obbliga a decidere come lottare per la propria sopravvivenza.
Questo ci fa capire come l’origine del panico in realtà sia positiva. Il meccanismo si inceppa quando l’adrenalina viene prodotta dall’organismo in assenza di un pericolo reale, e si accumula perché non viene usata per affrontare nessuna situazione negativa. Ecco allora che si presentano i classici sintomi.
I principali sintomi
Chi li vive li descrive come dei veri e propri eventi traumatici, difficilmente si dimenticano, ma si possono superare ed evitare – almeno in teoria – che si ripresentino (anche se chi ne ha sofferto rimane un soggetto a rischio).
Nei nostri amici a quattro zampe tutto si amplifica. Si ritrovano a dover affrontare un episodio che non conoscono e che non possono raccontare, spiegarci. Proprio a causa di questo gap comunicativo, dobbiamo essere noi compagni di avventure bipedi ad andare incontro al nostro amico a quattro zampe. Come sempre, più si conosce il linguaggio del corpo di Fido, più si è in grado di comprendere quando ha bisogno di aiuto. Le orecchie all’indietro e la coda fra le zampe denotano paura, a questi segnali dobbiamo aggiungere:
- Affanno;
- Battito del cuore accelerato;
- Salivazione eccessiva;
- Dilatazione delle pupille;
- Improvvisa inappetenza;
- Tremori e agitazione generalizzata;
- Leccate del proprio corpo ossessive;
- Morsi al pelo e alla cute;
- Lamenti, ululati e abbaiate continuativi;
- Ringhi, aggressività e tendenza a mordere;
- Tentativi di farsi prendere in braccio, di fuga o di nascondersi;
- Pipì e pupù sul pavimento.
Se notiamo uno o più di questi segnali, portiamolo dal nostro veterinario, che conosce anche eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza, per arrivare a una diagnosi certa e alla terapia più adeguata per Fido. Sarà poi lo specialista a indirizzarci verso un eventuale etologo esperto in comportamenti canini.
Come intervenire
L’attacco di panico nel cane deve essere affrontato, come se ci trovassimo in una situazione di emergenza in cui dobbiamo prestare il primo soccorso. Conoscerlo e sapere come muoversi è prioritario per salvaguardare la salute del nostro amico a quattro zampe.
Esiste una serie di possibili accorgimenti che possiamo mettere in atto al fine di alleviare le sue sofferenze. L’obiettivo primario è quello di farlo tranquillizzare e rilassare. In quest’ottica, parliamogli con un tono di voce dolce e rassicurante. Facciamogli sapere che noi siamo lì con lui, per aiutarlo, e non ce ne andremo.
Diversi approcci a seconda del contesto
Può capitare che il nostro amico a quattro zampe si nasconda sotto il letto. In questo caso è meglio non intervenire e aspettare che l’episodio finisca. Una nostra intromissione in un contesto del genere non farebbe altro che peggiorare la situazione. Infatti, se ha deciso di nascondersi proprio lì, è perché lo avverte come un luogo sicuro.
Se invece l’attacco di panico nel cane si dovesse verificare all’aperto, magari mentre stiamo passeggiando per il quartiere, il nostro livello di attenzione deve essere maggiore: Fido potrebbe avere talmente tanta paura da decidere di scappare.
Ecco, tra gli altri aspetti, perché è meglio una pettorina rispetto al collare. Se la nostra palla di pelo soffre d’ansia o si spaventa anche della sua ombra, il classico collare potrebbe provocargli dei danni causati dal nostro tentativo di arginarlo e di mantenere il controllo della situazione.
Possibili cure e terapie
Un metodo efficace per aiutare a superare uno dei momenti più spaventosi della sua vita è quello di avvolgerlo in un telo o una vecchia maglietta. In questo modo creeremo una specie di bendaggio che possa comprimere – ma non troppo – il petto e l’addome del nostro amico a quattro zampe. Altro non facciamo che ricreare una sorta di abbraccio attorno al suo corpo. Così si dovrebbe calmare prima.
Purtroppo non c’è una vera e propria cura per i disturbi d’ansia nel cane. Il consiglio che ci darà anche il veterinario è di avere molta pazienza e di imparare a riconoscere i segnali di attacco imminente. In questo modo potremmo tentare di prevenirli.
Proviamo a distrarlo con dei giochi – possibilmente i suoi preferiti – o con dei bocconcini succulenti. Le coccole e delle parole dolci e rassicuranti non possono certo peggiorare la situazione. Nei casi più gravi, se il veterinario lo riterrà opportuno, potrebbero essere prescritti dei farmaci specifici per gli animali. Mai ricorrere al fai da te!