Arteriosclerosi nel cane: cos’è e cosa sapere
Le arterie possono indurirsi o addirittura bloccarsi, dando origine ad alcune patologie cardiache: ecco cos'è l'arteriosclerosi nel cane
L’arteriosclerosi nel cane è una condizione cronica che causa l’indurimento o il blocco delle arterie e alla base di numerose malattie cardiache.
Con il termine arteriosclerosi ci riferiamo dunque a un processo degenerativo che colpisce le pareti delle arterie, causandone una pericolosa perdita di spessore ed elasticità.
Per questo in molti casi è la causa scatenante di alcune malattie cardiache come l’ictus e infarto ma anche emorragie interne e, in tempi lunghi, anche il cancro.
Sintomi
I sintomi dell’arteriosclerosi nel cane non sono sempre chiari ed evidenti, specialmente quando siamo in presenza di un emoaddome spontaneo.
Capita spesso che anche in presenza di tale emorragia interna non ci sia sangue nelle feci, che quindi non sia per nulla visibile all’esterno.
Tuttavia osservando bene Fido possiamo individuare alcuni sintomi associabili all’arteriosclerosi, come:
- Svenimento;
- Aritmia cardiaca;
- Pressione bassa;
- Tachicardia;
- Problemi respiratori;
- Debolezza.
Ci sono alcune razze di cani come i Golden Retriever e i Pastori Tedeschi che sono più soggette ad arteriosclerosi rispetto ad altre.
Questa però non è una discriminante perché l’indebolimento o il blocco delle arterie una condizione tipica dei cani anziani, dagli otto anni in su.
Cause dell’arteriosclerosi nel cane
I due casi più comuni di arteriosclerosi nel cane sono riconducibili al tumore maligno:
- Emangiosarcoma, ovvero un tumore maligno che colpisce gli organi interni e origina dalle cellule dei vasi sanguigni che, se diagnosticato in tempo, si può rimuovere chirurgicamente;
- Emangioma, anche questo un tumore che genera dalle cellule del sangue ma che provoca emorragie interne e non è del tutto curabile con la chirurgia.
Sebbene non siano patologie coronariche, entrambe si manifestano con gli stessi sintomi di un attacco cardiaco: pupille dilatate, ipotermia, difficoltà respiratorie, cianosi, assenza di risposta agli stimoli esterni.
In entrambi i casi, inoltre, parliamo di tumori che si espandono rapidamente nell’organismo e per questo motivo spesso non vengono diagnosticati in tempo, portando alla morte del cane.
Diagnosi
Se il veterinario sospetta la presenza di un tumore per prima cosa effettua una biopsia per un esame istopatologico.
I campioni di tessuto prelevati vengono esaminati da un patologo per capire innanzi tutto se si tratta di tumore benigno o maligno.
L’espansione del tumore ci può dare una stima delle possibilità di sopravvivenza del cane in caso di rimozione chirurgica.
In fase di diagnosi, inoltre, il veterinario verifica la presenza di trombosi (cioè coaguli di sangue).
Se il tumore ha colpito uno o più organi interni e soprattutto la velocità con cui si è diffuso nell’organismo del cane, il medico può decidere se optare per l’eutanasia.
Trattamento
Anche se le percentuali non sono ottimistiche e nella gran parte dei casi di tumore si arriva alla morte del cane, non dobbiamo mai perdere la speranza.
A meno che il caso diagnosticato sia estremamente grave e il tumore si sia ormai diffuso in più organi, resta la possibilità di intervenire chirurgicamente.
Se il tumore è benigno e non ha ancora colpito gli organi, può essere asportato e in questo caso Fido è pronto per la sua guarigione.
Se il tumore è maligno, invece, è il veterinario a stabilire se sia il caso di intervenire o procedere con l’eutanasia.
La morte del nostro amato Fido è qualcosa di terribile, non c’è da discutere. Ma se l’eutanasia può essere una soluzione per liberarlo dal dolore che lo affligge, dobbiamo prenderla in considerazione.