Anaplasmosi nel cane: cause, sintomi e cure
Una malattia infettiva diffusa da una zecca in particolare, l'anaplasmosi nel cane è bene venga diagnosticata in tempo: ecco perché
Ixodes ricinus: questo è il nome della piccola zecca responsabile dell’anaplasmosi nel cane. Si tratta di una malattia molto insidiosa, che può far stare davvero male chi la contrae.
Le pubblicità degli anti-zecche la citano spesso, ma di cosa si tratta? E cosa possiamo fare perché il nostro adorato Fido non abbia nulla a che fare con questo parassita?
Le cause dell’anaplasmosi nel cane
Ed ecco che ritorna il latino: il batterio che la provoca si chiama anaplasma phagocytophilum. A portarla dentro di sé, per poi contagiarla al nostro malcapitato amico a quattro zampe attraverso la saliva, è una zecca.
Non colpisce soltanto i cani, ma anche altri animali (sia domestici che selvatici) e l’essere umano. I più soggetti al contagio sono bovini e ovini, cervi e bufali.
Il batterio ama soprattutto le zone incontaminate, prive di qualsiasi cura e che non sono mai state disinfestate. È in questi luoghi quindi che l’anaplasma phagocytophilum individua le sue vittime e le contagia.
Le zecche, portatrici inconsapevoli del batterio, poi infestano il nostro amato cane. Attenzione quindi se si decide di fare una gita in mezzo ai boschi o di passare una piacevole giornata in qualche fattoria.
In questo caso a rischio sono sia il cane che il suo amico bipede. C’è un periodo di incubazione, una fase in cui il parassita è latente e che dura circa quindici giorni, dopodiché la patologia si manifesta con tutti i sintomi del caso.
Anaplasmosi nel cane: i sintomi
I primi sintomi che si notano, quelli che ci devono far correre al riparo, sono febbre e mancanza di appetito. Difficile però stabilire se si tratti o meno di anaplasmosi, visto che anche altri disturbi si manifestano con malesseri di questo tipo.
Dopo una prima fase, si assiste a quella cosiddetta “progressiva”: è qui che la malattia si palesa chiaramente e in maniera esponenziale. Ne deriva un repentino calo delle piastrine e dei globuli bianchi nel sangue. Si passa poi a dolori muscolari diffusi e, nei casi più gravi, a disturbi di tipo neurologico.
È quindi chiaro come l’anaplasmosi nel cane non sia una malattia da sottovalutare. Massima attenzione poi se a questa si aggiungono altre patologie come la Borreliosi (anche detta Malattia di Lyme), una disfunzione multisistemica veicolata sempre dalla stessa zecca: la Ixodes ricinus.
Anaplasmosi nel cane: come curarla
Per affrontarla è indispensabile rivolgersi a un veterinario, il cane dovrà infatti essere sottoposto a un esame del sangue specifico e dovrà assumere un antibiotico.
Attenzione alle tempistiche: è meglio che la diagnosi avvenga prima possibile. Se si arriva tardi potrebbe essere necessario associare altri farmaci, o un vero e proprio trattamento collaterale, all’antibiotico.
Purtroppo non esiste un vaccino per l’anaplasmosi nel cane, è molto importante però fare la giusta prevenzione. Il consiglio è senza dubbio quello di somministrare periodicamente degli antiparassitari e dei repellenti specifici per insetti e zecche, prodotti certificati e di qualità. Il modo migliore perché il nostro amato quadrupede non contragga la malattia è che non ospiti la tanto temuta zecca infetta.