American Akita, storia: origini ed evoluzione di questa razza canina
La storia dell'American Akita si intreccia inevitabilmente con quella dell'antico Akita Inu giapponese: ecco com'è nata la razza americana
È piuttosto recente la storia dell’American Akita ma strettamente legata a quella dell’Akita Inu, razza giapponese dalle origini antichissime.
La “variante” americana è nata in tempi più recenti ed è più grande e massiccia rispetto al progenitore proveniente dall’Estremo Oriente.
Dall’isola di Honshu agli Stati Uniti, ecco la storia dell’American Akita e la sua evoluzione nel tempo.
Storia dell’American Akita: le origini giapponesi
L’American Akita discende dall’antico Akita Inu giapponese proveniente dalla regione montana di Tohoku.
Si trattava di un cane di medie dimensioni molto forte e massiccio chiamato per l’esattezza con il nome di Akita Matagi.
A partire dal Seicento i giapponesi impiegarono questi esemplari per la caccia all’orso, ai cervi e ai cinghiali.
In effetti erano gli unici che riuscissero a fronteggiare animali di tali dimensioni non solo per la loro forza fisica ma anche per il grande coraggio che dimostravano.
In quel periodo l’Akita Matagi si dimostrò anche un ottimo cane da guardia e perciò fu utilizzato per la protezione delle miniere d’oro di recente scoperta.
Da cani da caccia a cani da combattimento
Purtroppo di lì a poco prese piede la moda dei combattimenti tra cani, come spesso è accaduto nelle cosiddette “corse all’oro”.
I giapponesi si resero conto, però, che l’Akita Matagi non era un cane adatto a tale scopo per via delle dimensioni ridotte.
I primi Akita Inu, i Matagi, erano molto più simili agli Spitz perciò era necessario incrociarli con altre razze più grandi e massicce per ottenere cani di dimensioni maggiori.
Così partì un’opera di selezione in cui gli Akita Matagi vennero incrociati con cani come il Tosa e i Mastiff, a detta di alcuni persino con il Pastore Tedesco.
Nacquero, perciò, i cosiddetti Akita Dawa che erano simili agli Akita Matagi ma molto più grandi e quasi completamente privi delle caratteristiche degli Spitz.
Nel 1908 finalmente il Giappone proibì i combattimenti tra cani e anche l’Akita Dawa potè proliferare come semplice cane da compagnia.
I giapponesi continuarono a mantenere in vita la razza e ad amarla al punto da dichiararla Monumento Nazionale, come tutti gli Akita.
Ancora oggi, infatti, gli Akita Inu sono un vero e proprio simbolo del Giappone nonché la massima espressione della fedeltà del cane verso l’uomo.
Storia dell’Akita: quando la razza rischiò l’estinzione
Durante la Seconda Guerra Mondiale gli Akita giapponesi rischiarono l’estinzione, come accadde a molte altre razze canine del tempo.
Sia gli Akita Matagi che gli Akita Dawa, infatti, avevano un folto e morbido mantello e questi cani furono confiscati dall’esercito per creare indumenti da indossare nelle gelide battaglie.
Data la carenza di cibo molti iniziarono anche a mangiarne la carne e fu così che questi splendidi cani rischiarono di scomparire del tutto.
Al termine della guerra la storia dell’Akita giapponese prese due strade diverse: da un lato gli americani cercarono di mantenere in vita il grande Akita Dawa da combattimento, mentre dall’altro si cercò di ripristinare l’Akita Matagi.
American Akita e Akita Inu: storia di due razze
I giapponesi sono un popolo estremamente legato alle tradizioni e tra l’altro consideravano l’Akita un vero e proprio Monumento Nazionale.
Così al termine della Seconda Guerra Mondiale decisero di riportare la razza ai suoi caratteri originali creando esemplari molto simili ai cani originari.
Da questi nacquero gli odierni Akita Inu, cani dal portamento elegante e dalla corporatura muscolosa ma agile e scattante.
I soldati americani, invece, portarono negli Stati Uniti alcuni esemplari di Akita Dawa, quelli da combattimento più grandi e massicci.
Questi molossoidi giapponesi catturarono subito l’attenzione degli appassionati perciò iniziarono un’opera di selezione e allevamento di tali esemplari.
La storia vera e propria dell’American Akita inizia da qui e la sua popolarità crebbe grazie non solo alle sue caratteristiche fisiche ma anche per la sua intelligenza e la capacità di adattamento.
Due destini diversi per due cani dalle comuni origini ma estremamente diversi: l’American Akita e l’Akita Inu si somigliano solo in alcuni aspetti ma sono a tutti gli effetti due razze distinte.
Riconoscimento della razza
Inizialmente gli allevatori americani si mossero un po’ a tentoni nella selezione degli esemplari giapponesi approdati negli USA.
Soltanto negli anni Cinquanta l’allevatrice Kelly Spellmeyer fondò l‘Akita Dog Association of America, la primissima associazione dedicata a questi cani.
Nel 1956 l’associazione fu convertita in Akita Club of America mentre soltanto più tardi, nel 1972, l’AKC – American Kennel Club riconobbe ufficialmente la razza.
Ecco la storia dell’American Akita, un cane allo stesso tempo antico e nuovo che ancora oggi riscuote un grande successo in America e nel mondo.