Allevamento selettivo del cane: cos’è e come ha cambiato Fido
Dall'allevamento selettivo del cane dipendono alcune caratteristiche fisiche e caratteriali delle varie razze. Un aspetto interessante in fase di adozione
Se il nostro amico a quattro zampe ama correre o preferisce il calduccio del camino, potrebbe dipendere dall’allevamento selettivo del cane. Dall’intromissione prepotente dell’uomo in fase di accoppiamento.
I pastori tedeschi hanno un grande successo nelle squadre cinofile della polizia (anche se recentemente si è scoperto essere soggetti alla displasia dell’anca, e questo ha inciso sugli addestramenti futuri), mentre i golden retriever sono perfetti per la pet therapy e sanno come farsi amare da grandi e piccini.
Gli studi scientifici
Gli studiosi hanno portato avanti delle ricerche scientifiche per comprendere se alla base dell’allevamento selettivo del cane ci fosse una teoria neurologica. Se il fatto di essere inclini all’ansia da separazione o di amare correre all’impazzata dipenda dalle scelte riproduttive dell’uomo.
Gli amici a quattro zampe cresciuti per la caccia hanno qualcosa in comune con le razze di cani nane? Semplificando, è questa la domanda che ci si pone e alla quale si cerca di dare una risposta.
Il metodo
I ricercatori hanno analizzato un campione di 33 razze e 62 quadrupedi diversi, cercando una corrispondenza tra l’intervento dell’uomo ed eventuali alterazioni neurologiche.
Hanno esaminato il cervello di ciascun cane utilizzando componenti indipendenti per conservare un certo grado di coerenza. Hanno scoperto che specifiche sottoreti regionali variano significativamente da una razza all’altra. I cambiamenti osservati non riguardano solo la dimensione del cervello, quella del corpo o la forma del cranio.
Il team ha utilizzato un’analisi specifica e dimostrato che la maggior parte dei cambiamenti si sono verificati nei rami terminali dell’albero filogenetico del cane. È proprio questo dato a confermare che c’è stata un’evoluzione attraverso la selezione mirata dell’uomo.
Quando gli allevatori hanno scelto di fare accoppiare animali particolari a causa di determinati tratti distintivi, per esempio essere un ottimo cane da guardia, quelle scelte hanno portato a cambiamenti nel cervello della razza in toto, e in un breve lasso di tempo oltretutto.
Le conclusioni degli scienziati
L’allevamento selettivo del cane, secondo i dati raccolti, ha in parte portato ad alcuni cambiamenti in termini fisici e caratteriali in tutte le razze coinvolte nell’esperimento.
Lo studio indica che recentemente l’intervento dell’uomo ha inciso notevolmente sull’organizzazione del cervello canino, suggerendo una certa rapidità evolutiva. L’uomo ha plasmato il suo migliore amico.
L’attività cerebrale
Gli esemplari a campione però erano tutti animali domestici che vivevano una vita tranquilla e ritirata insieme ai loro proprietari. Questo aspetto ha avuto delle ripercussioni sulla ricerca che non si è potuta avvalere dell’attività cerebrale al 100%. Nessuno di loro infatti sfruttava al massimo le proprie potenzialità.
Questo vuol dire che le scoperte non sono ancora finite e che i nostri amici a quattro zampe, di qualsiasi razza siano, possono regalarci tante emozioni. I risultati su quadrupedi in piena attività sarebbero ancora più ricchi di dati da analizzare e da trasformare in teorie. L’intenzione del team quindi è quella di non fermarsi, di continuare ad analizzare l’affascinante cervello del nostro amico a quattro zampe. Chissà che non scoprano qualcosa di interessante su tutti loro, indipendentemente dalla purezza della razza e dal pedigree.