Alano spagnolo, storia di un cane che oggi non esiste più
Dalle migrazioni delle popolazioni nomadi provenienti dall'Asia fino si combattimenti nelle corride: ecco la storia dell'Alano spagnolo
Possiamo dire che sia il padre di tutti gli alani l’Alano Spagnolo, un cane dalla storia antichissima, più antica persino della stessa Spagna.
Giunto nella Penisola iberica al fianco dei nomadi provenienti dall’Asia, l’Alano Spagnolo per secoli si è imposto come uno dei cani più amati e apprezzati.
Un cane forte come pochi, coraggioso al punto di non temere alcun nemico, neanche il predatore più feroce.
La razza canina è stata dichiarata ufficialmente estinta, nonostante vi siano alcune controversie a tal proposito.
Alano spagnolo: le origini
Secondo le testimonianze più attendibili l’Alano Spagnolo giunse in Spagna, o meglio nella Penisola iberica, intorno al Quarto secolo dopo Cristo.
Deve il suo nome al popolo nomade degli Alani, bellicosi pastori provenienti dalla penisola causasica e di etnia iraniana.
L’Alano spagnolo rappresentava una risorsa fondamentale per questo popolo che aveva bisogno di un cane che controllasse il bestiame durante gli spostamenti.
Le migrazioni degli Alani toccavano territori molto diversi tra loro, spesso impervi e che mettevano a dura prova la loro sopravvivenza.
L’Alano spagnolo era, perciò, il cane ideale: un animale forte nel fisico ma anche nella mente, una vera macchina da guerra in grado di sopravvivere in qualsiasi situazione.
Un perfetto cane da lavoro
Nel corso della sua storia l’Alano spagnolo è stato sempre impiegato principalmente come cane da lavoro, apprezzato per via delle sue tante peculiarità.
L’Alano spagnolo era un cane dall’aspetto mastodontico, molto robusto e dotato di una forte muscolatura che lo rendeva a tutti gli effetti uno dei cani più forti che esistessero.
Ciò si deve anche alla selezione effettuata nel tempo tra gli esemplari originari del Caucaso e i molossi presenti già nella Penisola iberica.
L’Alano spagnolo così nel tempo divenne il perfetto cane da lavoro, impiegato nello svolgimento di diverse mansioni.
Veniva utilizzato per la guardia delle greggi che i pastori Alani portavano con sé nei loro vari spostamenti.
Mansione perfetta per questo cane che non aveva paura di niente, neanche dei nemici e dei predatori più forti e pericolosi.
Si racconta che fosse in grado di fronteggiare gli orsi senza battere ciglio e persino i grandi felini che popolavano la penisola caucasica.
Per questo motivo l’Alano spagnolo era anche un ottimo cane da caccia in grado di procurare cibo e pellame per la sopravvivenza umana.
L’Alano spagnolo, però, era rinomato per il suo forte istinto protettivo nei confronti non soltanto delle greggi ma anche degli umani e del territorio.
Pertanto fu utilizzato anche come cane da guardia: avere un Alano spagnolo era una garanzia per la difesa della proprietà.
Un cane “regale” e amato dagli artisti
Non ci volle molto perché l’Alano spagnolo entrasse a gamba tesa nell’immaginario collettivo di un intero popolo, quello spagnolo, e nel tempo anche gli artisti si resero conto della sua unicità.
Il successo dell’Alano spagnolo è stato alimentato anche dalla sua presenza in numerose opere d’arte di autori importanti come il Velàsquez.
Il pittore era solito immortalare nelle sue tele scene di caccia dove l’Alano spagnolo era il protagonista assoluto, esprimendo tutta la sua forza e il suo vigore.
Anche Miguel de Cervantes dedicò alcuni suoi scritti al maestoso cane, colpito non solo dal suo aspetto ma anche dal suo temperamento che lo distingueva da qualsiasi altro cane.
L’importanza storica dell’Alano spagnolo si evince anche dall’interesse che nel tempo suscitò anche all’interno della famiglia reale spagnola.
Nel Quindicesimo secolo il re Alfonso XI di Spagna lo menzionò in uno dei suoi trattati dedicati alla caccia.
In più è giunta fino ai giorni nostri la storia di Becerillo, presumibilmente un esemplare di Alano spagnolo legato alle vicende dei Conquistadores.
Una storia a cavallo tra realtà e leggenda che ci ricorda come questi forti cani furono impiegati dall’esercito spagnolo nella conquista delle Americhe.
Con molta probabilità da questi esemplari deriva il cosiddetto Cimarrón Uruguayo, o “cane selvatico uruguaiano”, chiamato anche Perro Cimarrón, Perro Gaucho e Perro Criollo.
Alano spagnolo: storia più recente
Le doti fisiche e il temperamento duro e aggressivo dell’Alano spagnolo lo hanno reso, purtroppo, un cane impiegato nei combattimenti.
Inizialmente fu coinvolto in vere e proprie sfide tra cani, tutti molossoidi o similari sui quali discutibili uomini erano soliti scommettere.
Di conseguenza l’Alano spagnolo fu anche introdotto nelle corride e divenne uno dei più acclamati protagonisti dei combattimenti con i tori.
Una pratica che a molti di certo fa storcere il naso, considerato che non tiene assolutamente conto della salute e della salvaguardia di entrambi gli animali.
L’Alano spagnolo fu coinvolto nelle corride fino al 1883, quando finalmente fu promulgata una legge che ne vietava questo impiego.
Se da una parte si pose fine a una pratica barbarica, dall’altro però derivò una perdita di interesse da parte degli allevatori verso questa razza canina.
Del resto l’Alano spagnolo non era un cane che si potesse adattare alla vita in famiglia perciò la richiesta di esemplari calò vertiginosamente.
Probabilmente a questo si deve la scomparsa definitiva di questa razza canina, che sopravvive in discendenti come Bulldog e Bullmastiff.