Akita, a chi è adatto e perché: indole e compagnia ideale
Un breve viaggio nel mondo dell'Akita: a chi è adatto e cosa deve sapere chiunque voglia adottare uno di questi antichi cani giapponesi
Molto di più rispetto ad altri cani è importante conoscere l’Akita, a chi è adatto e qual è l’ambiente ideale in cui vivere.
Non c’è niente di più sbagliato di scegliere un cane solo ed esclusivamente in base al suo aspetto: dobbiamo sapere quali sono le peculiarità della razza per capire se è adatto a noi.
In Giappone, suo Paese d’origine, l’Akita non è un semplice cane ma una vera e propria star, venerato e protetto al pari di una creatura celestiale. Scopriamo perché.
Un po’ di storia
Per conoscere una razza canina è importante scavare nelle sue origini che possono dirci qualcosa del suo carattere e della sua personalità.
È proprio il caso dell’Akita Inu, uno dei cani più antichi ancora esistenti e proveniente dal Giappone dove inizialmente era trattato come un re.
Non è un eufemismo, l’Akita era una razza canina riservata alla famiglia reale e a pochissime altre famiglie nobili e veniva trattato con un rispetto che molti non riservavano neanche alle persone.
Si narra che addirittura i nobili usassero rivolgersi a lui con uno speciale vocabolario e che mangiasse in un modo tutto particolare.
Insomma, forse in parte il suo aspetto fiero e la sua espressione un po’ altezzosa si deve proprio a questo speciale trattamento.
Un cane addestrato per la caccia e non solo
Nel tempo il ruolo nobiliare dell’Akita è via via scomparso lasciando spazio a impieghi che di regale avevano ben poco.
Nel Seicento i giapponesi lo addestravano per la caccia ai grandi predatori come cervi, cinghiali e addirittura orsi.
Ci credereste mai che un cane dall’aspetto tanto dolce simile a un orsacchiotto sia in grado di affrontare degli animali così pericolosi?
Ebbene proprio questo ci dà un’idea del temperamento dell’Akita, un cane all’apparenza molto tranquillo ma che in caso di pericolo tira fuori un coraggio da leoni.
Il carattere dell’Akita
Di certo le origini e la storia della razza ha influenzato nel tempo il suo carattere e il suo temperamento, due punti da conoscere per capire l’Akita a chi è adatto.
L’Akita ha un aspetto fiero ed elegante che rispecchia in gran parte la sua indole. Tende a stare sulle sue e non è un cane particolarmente espansivo.
Non è uno di quegli animali che si affezionano sin da subito al padrone qualsiasi cosa egli faccia. Ha bisogno di tempo e di essere conquistato.
Parliamo di un cane dal caratterino un po’ difficile che deve acquistare fiducia nelle persone, essere trattato sempre in un certo modo e con molta, moltissima pazienza.
L’Akita di base è tranquillo e non è neanche troppo rumoroso, praticamente non lo si sente abbaiare quasi mai.
Tuttavia non ci mette molto a perdere la pazienza anche per certe piccole cose che ai nostri occhi potrebbero sembrare insulse.
Per fare un esempio, l’Akita odia che si tocchino le sue cose e il suo cibo perciò dobbiamo stare molto attenti ad avvicinarci alle sue ciotole.
Non tollera chi alza la voce con lui e se si agita e si arrabbia parte all’attacco senza pensarci su due volte.
Akita: a chi è adatto questo cane
Questo ritratto dell’Akita non ci deve far pensare a un cane anaffetivo che non si affeziona al padrone e alla famiglia, tutt’altro.
L’Akita va semplicemente capito e trattato di conseguenza: ha bisogno di un padrone dal polso fermo che sappia domarlo ma soprattutto conquistare la sua fiducia e il suo rispetto.
Perciò dire l’Akita a chi è adatto è molto semplice: solo a chi ha una certa esperienza con il mondo canino e sa come educare un cane sin da cucciolo.
È importante che questo meraviglioso cane giapponese impari a riconoscere da subito il suo padrone come capobranco, altrimenti tenderà sempre a sopraffarlo.
Deve inoltre imparare a socializzare con le altre persone, prima di tutto con i membri della famiglia.
Ottenuti questi primi risultati l’Akita diventa il cane più dolce del mondo: se rispetta il padrone gli sarà devoto e fedele per tutta la vita.
Non è un caso che la storia di “Hachiko”, il celebre film, parli proprio di un Akita e della sue fedeltà al padrone anche dopo la sua improvvisa morte.
Un cane disposto ad attenderlo tutti i giorni nello stesso punto per otto anni: niente di più tenero e straziante allo stesso tempo.
L’Akita in famiglia
Abbiamo capito l’Akita a chi è adatto, com’è il suo padrone ideale e soprattutto che educarlo e ingraziarselo richiede tempo e fatica.
Una volta entrato a tutti gli effetti nella famiglia però si dimostra per quello che è: un cane dolce proprio come il suo aspetto da orsacchiotto.
Non aspettatevi particolari effusioni perché l’Akita è un cane che tende a mantenere la sua indipendenza e ci tiene a preservare i suoi spazi.
Tuttavia non va mai lasciato solo per troppo tempo perché soffre tantissimo la solitudine, al punto che in assenza del padrone diventa persino autodistruttivo.
In famiglia va d’accordo con tutti, soprattutto con gli adulti. Con i bambini può tranquillamente giocare come tutti i cani ma con qualche accorgimento.
Ricordiamo che i bimbi a volte sanno essere proprio monelli e, anche se per gioco, possono fare gesti e azioni che infastidiscono il cane.
Con l’Akita dobbiamo prestare particolare attenzione a questi momenti di gioco perché è un cane poco paziente che tende a reagire subito (e male).
Potrebbe diventare pericoloso per un bambino troppo attivo. È importante dunque tenerli d’occhio quando sono insieme ma soprattutto educare i figli al rispetto per l’animale.