Qual è la legge che regola l’anagrafe canina?
I nostri pelosi hanno un ruolo sempre più importante all'interno della nostra società. Per questo sono nate delle leggi specifiche sui cani.
I nostri cani, prima di poter ottenere qualche diritto riconosciuto, hanno dovuto fare tanta strada. Vittime spesso di abusi, sono stati considerati degli oggetti fino a qualche tempo fa. Oggi, per fortuna, qualcosa si muove.
Sembra proprio che grazie all’intervento di tante persone che ci hanno creduto, siano nate delle vere e proprie leggi sui cani. Un esempio ne è quella che ne regola l’anagrafe. Scopriamo insieme di cosa stiamo parlando.
Legge che regola l’anagrafe canina
La prima vera svolta è arrivata in data 1 Gennaio 2004. In passato, il cane veniva identificato attraverso un tatuaggio. Risulta quasi inutile dire che ai tempi, non era tanta l’attenzione che la gente prestava a questa cosa.
Da quel momento, è diventato obbligatorio l’utilizzo del microchip. Proprio questo, piccola capsula contente un numero univoco, permette una semplice e rapida identificazione del cane.
Ogni numero univoco, corrisponderà a un nome e un cognome di un essere umano che è colui che ha preso in adozione il cane. In questo modo, il quattro zampe viene tutelato da abbandoni o da traffico illegale.
Le sanzioni per chi commette un illecito del genere, non sono poi così leggere.
Regolamentazione
La regolamentazione di questo piccolo dispositivo è contenuta proprio all’interno delle leggi sui cani. Attualmente, nessuno può prendere un cucciolo, senza che il veterinario gli abbia messo il microchip sottopelle. Perché questo accade? Accade proprio a tutela del piccolo peloso.
Inoltre, per rendere il tutto più pratico, è stata creata, sul sito internet del Ministero della Salute, una particolare Banca dati degli animali d’affezione. All’interno di questa, è possibile fare una ricerca generale.
Ma non è tutto. Qualsiasi movimento debba effettuare il cane, deve essere registrato. La legge nazionale, insieme a quelle regionali, prevede l’obbligo di iscrizione del cane.
Questa deve avvenire in ogni caso, anche se il soggetto possiede il cane temporaneamente.
Alcune variazioni quali cessione a qualsiasi titolo, decesso e smarrimento, devono obbligatoriamente essere comunicate.
Per quanto riguarda le sanzioni legate all’infrazione di una di queste leggi sui cani, ogni regione può applicare le proprie. Generalmente, per la mancata iscrizione e l’assente comunicazione del movimento dell’animale, il range della sanzione è compreso tra i 25 e i 150 euro.
Il cane è tutelato dall’abbandono
In passato, l’abbandono dei cani era all’ordine del giorno. Chiunque non potesse più tenerne uno, lo lasciava per strada e andava via, lasciandolo totalmente solo e privo di cibo e acqua.
Quando e se il cane veniva trovato, non era possibile agire nei confronti del proprietario, in quanto non era noto. Non si conosceva il nome del cane, né tanto meno dove poter trovare la sua vecchia famiglia.
La situazione è leggermente migliorata con la comparsa del tatuaggio identificativo e sembra restare stabile da quando è stato utilizzato il microchip.
Tuttavia, purtroppo, questo atteggiamento umano non è sparito. I volontari fanno un lavoro enorme affinché i danni vengano limitati. Quello che è cambiato, però, è la possibilità di infliggere una pena a chi commette questo gesto ignobile.
Nel momento in cui viene trovato un cucciolo, infatti, è possibile identificarne il padrone in davvero poco tempo. Questo, grazie alla nascita delle leggi sui cani che ne tutelano il diritto alla vita e li proteggono da abbandoni e abusi.
Ulteriori controlli
Grazie alle leggi sui cani che tutelano il loro aspetto anagrafico, è stato possibile raggiungere anche altri obiettivi. Oggi, infatti, è previsto che il cane sia fornito di alcuni documenti specifici.
Oltre che la presenza del microchip, dobbiamo prevedere anche quella di un libretto sanitario contente le vaccinazioni e i richiami effettuati, di un certificato che attesti la buona salute dell’animale e di un passaporto, chiamato “passaporto europeo del cane”.
Generalmente, il controllo di questi requisiti, viene affidato ai vigili urbani o alle guardie eco-zoofile. Chi risponde di un eventuale inadempimento, è proprio il titolare del microchip.