Come viene addestrato un cane da pet therapy, tutto quello che c’è da sapere
È una pratica sempre più diffusa in ospedale e nelle case di riposo, ma come viene addestrato un cane da pet therapy? Tutti i dettagli utili
Come viene addestrato un cane da pet therapy? Con un corso mirato, ma che tenga conto delle sue doti empatiche innate. Si tratta di un amico a quattro zampe che solleva il morale a chi si trova in ospedale o deve affrontare la solitudine di una casa di riposo. Anche in questo caso il migliore amico dell’uomo si dimostra all’altezza e lo aiuta ad affrontare al meglio una fase delicata della sua vita. Questa tipologia di impiego non fa altro che sottolineare il legame fuori dal comune che si può venire a creare tra bipedi e quadrupedi e quanto siano sorprendenti le capacità dei secondi in diversi ambiti.
Il rapporto tra cani ed esseri umani, nei secoli, è diventato quasi simbiotico. Passare tanto tempo a contatto ha permesso loro di conoscersi a tal punto da sapersi interpretare a vicenda e ridurre un gap comunicativo inevitabile tra due specie così diverse. Questo ha permesso che Bau non fosse soltanto un guardiano, un segugio o che controllasse le mandrie; ma che fosse soprattutto il braccio destro di colui che considera il suo compagno di avventure.
I requisiti del cane da pet therapy
Come viene addestrato un cane da pet therapy? Come prima cosa si sceglie l’esemplare idoneo e poi lo si sottopone a una sorta di socializzazione un po’ speciale. La nostra piccola palla di pelo, infatti, è stata il primo animale nella storia a essere addomesticata dall’uomo e si è anche andato ben oltre. Questo meccanismo è stato messo in funzione ai tempi del Neolitico, con una sorta di collaborazione fra il cane e l’uomo.
Con il tempo, le tecniche di addestramento sono diventate sempre più all’avanguardia e oggi il nostro adorato Bau rappresenta un supporto indispensabile in tantissimi contesti. Saltano subito alla mente il cane molecolare, che aiuta nelle operazioni di ricerca dei dispersi subito dopo una calamità naturale, o i cani poliziotto che entrano a far parte delle squadre cinofile delle forze dell’ordine.
La caneterapia e sempre più diffusa fra le corsie degli ospedali o nelle case di cura. La nostra piccola palla di pelo rimane sempre una garanzia, sia dal punto di vista pratico che psicologico. Se abbiamo bisogno di lei, risponde all’appello senza esitazioni. A tal proposito, può interessare sapere come addestrare un cane per ciechi.
Acquistare cani da pet therapy
In tutti i casi, siamo di fronte a un processo lungo, che richiede pazienza e dedizione sia da parte di Fido che di noi bipedi. Non ci si può improvvisare e non si può pretendere che gli obiettivi si raggiungano in poco tempo. Ci sono, infatti, delle scuole di addestramento specializzate che sono garanzia di professionalità.
La consegna dell’esemplare avviene soltanto in seguito all’acquisizione di tutte le competenze necessarie per rispondere alle specifiche esigenze dei pazienti. Rappresenta un valore aggiunto, Fido è in grado di donare in maniera incondizionata. Non si deve avere fretta e non è il caso, per nessun motivo, di accelerare dei tempi di apprendimento che sono fisiologici.
Come diventare cane pet therapy
Prima di sapere come viene addestrato un cane da pet therapy, partiamo dalle nozioni di base e specifichiamo che ci sono delle razze più inclini e adatte. Fido, infatti, dovrà avere a che fare con una serie di simulazioni e poi confrontarsi con la realtà.
Ogni scuola e addestratore hanno il proprio metodo. Ma, prima di tutto, devono avere fra le mani il soggetto più adatto alla formazione. Una distinzione di sesso è giusto farla, anche se non è detto che debba essere sempre presa in considerazione. In genere, infatti, gli esemplari di genere femminile si dimostrano più predisposti a questo tipo di percorso. Sarà forse per il senso materno e il desiderio di protezione?
Pet therapy, cani per bambini
Inoltre, ci sono alcune razze che rispondono meglio di altre agli stimoli specifici che le sessioni di allenamento prevedono. Bau si sceglie con cura. La gestione deve essere possibile e sicura, vista la delicatezza del compito, e si devono evitare a tutti i costi le sorprese. Le razze che meglio si prestano a questo ruolo sono:
- Labrador;
- Golden Retriever;
- Levriero;
- Cavalier King Charles Spaniel;
- Corgi;
- Barboncino;
- Beagle;
- San Bernardo;
- Bichon Frise;
- Cani con bisogni speciali;
- Meticci empatici.
Al di là della specifica razza, dobbiamo andare alla ricerca di esemplari che mostrino una certa dose empatica nei confronti degli esseri umani, devono essere sensibili e affettuosi. A tal proposito, ecco nel dettaglio le razze per la caneterapia, quelle che non possono deludere.
Pet therapy fatta da cani, a chi è rivolta
Come viene addestrato un cane da pet therapy stiamo cominciando a comprenderlo, ma questa analisi non può prescindere dalla conoscenza degli ambiti applicativi. Infatti, non si parla più solo di contesti terapeutici; ma anche ricreativi, ludici, educativi, di promozione della salute e di utilità sociale. Ecco allora che è nata l’esigenza di creare tre sottogruppi:
- AAA: Attività Assistita con Animali (come nelle prigioni);
- TAA: Terapia Assistita con Animali (negli ospedali e nelle case di cura);
- EAA: Educazione Assistita con Animali (negli asili e nelle scuole).
Insomma chiunque può gioire della presenza di un amico a quattro zampe. La caneterapia si rivolge a persone di tutte le età e di tutti i tipi: bambini, anziani, diversamente abili, persone con patologie psichiatriche.
Perché Fido è così duttile? Perché non giudica, non rifiuta nessuno (solo le persone cattive e pericolose), è portatore sano di sorrisi e si dona incondizionatamente. Oltretutto, aiuta quando ci sono problematiche di socializzazione e non ha alcun tipo di pregiudizio. I cani aiutano chi soffre d’ansia, chi ha paura e ha problemi cardiaci. Inoltre dà la libertà assoluta di essere se stessi.
Corsi di addestramento per cani da pet therapy
I corsi sono lunghi e prevedono diversi passaggi. Si comincia da uno studio genetico per trovare alcune caratteristiche caratteriali e comportamentali. Si valutano i genitori del cucciolo, che non devono avere problemi genetici o di salute; inoltre non devono aver vissuto un periodo gestazionale critico.
I candidati ideali devono condurre una vita stimolante fin dai primi giorni di vita e devono essere stroncati sul nascere atteggiamenti mordaci o aggressivi. La fase di socializzazione non deve avere avuto falle.
Il futuro conduttore deve fare in modo che Fido sia equilibrato e recettivo a comportamenti e comandi specifici. L’esperienza deve acquisirla gradualmente e frequentando i luoghi più idonei. L’inserimento nei programmi, poi, richiede una valutazione della coppia in toto.
Il test finale prevede l’utilizzo di un test che ormai ha più di trent’anni, messo a punto dall’American Kennel Club: il “Canine Good Citizen Test”, letteralmente “Prova del Cane Buon Cittadino”. Ovviamente verrà adattato al singolo contesto operativo. Le dieci prove da superare sono:
- Accettare in maniera amichevole una persona che non si conosce;
- Sedersi e accettare le carezze;
- Esame dell’aspetto esteriore e cure da parte di un estraneo;
- Camminare al guinzaglio;
- Passeggiata in mezzo a un gruppo di persone;
- Comandi di base: seduto, terra e resta sul posto;
- Richiamo;
- Reazione all’incontro con altri cani e animali in genere;
- Reazione alle distrazioni;
- Separazione dal conduttore.
Insomma, ci vuole metodo, pazienza e dedizione. Ma il nostro amico a quattro zampe possiede delle doti che rappresentano un ottimo punto di partenza. Una sicurezza nell’ennesimo contesto in cui sappiamo di aver bisogno del suo supporto.