Cane e gatto: regole di convivenza
Convivenza cane gatto: è possibile o la credenza che non vadano d'accordo è vera? Esistono, e quali sono, delle regole per farli vivere in armonia?
Non sappiamo decidere quale sia il nostro pet preferito? Ci piacciono sia i fedeli quadrupedi che le fusa dei felini? La convivenza tra cane e gatto ha delle regole, seguirle potrebbe sorprenderci e darci grandi soddisfazioni.
Le esperienze di tanti amanti degli animali mostrano come il cane e il gatto possano diventare ottimi compagni. Però è indispensabile che ci sia una buona socializzazione, e un paziente e vicendevole adattamento.
Questione di evoluzione
La storia evolutiva dei due animali domestici in questione è molto diversa: i cani fanno parte dei caniformi, a cui appartengono anche i lupi, gli orsi e i trichechi. Tra di loro quindi, come abbiamo potuto notare diverse volte, c’è una compatibilità e una somiglianza notevoli.
Il gatto invece fa parte dei feliformi, e quindi (com’è facilmente intuibile) somiglia più al puma, alla pantera o al leopardo. Andrebbe molto più d’accordo con loro, almeno in teoria. Nel dubbio non portiamoli con noi a fare un safari in Africa.
Ecco quindi che la convivenza tra cane e gatto, soprattutto nei primi tempi, va un attimo guidata e incoraggiata. Alla fine i nostri sforzi saranno ripagati da scene davvero divertenti e strappalacrime.
Diversi, ma non troppo
Lo scrittore Kurt Tucholsky diceva: “I cani hanno un padrone, i gatti uno staff”; ecco, c’è qualcosa di vero in questa frase che ci può aiutare a capire le diversità e quindi i problemi di convivenza tra cane e gatto.
I caniformi accompagnano l’uomo ormai da migliaia di anni. I lupi meno aggressivi e relativamente mansueti sono stati fatti accoppiare, dando vita al cane come lo conosciamo oggi. I nostri amati amici a quattro zampe riescono a dimostrare una fedeltà e un affetto incondizionato impressionanti.
L’uomo non ha cercato in modo altrettanto mirato la vicinanza dei gatti selvatici: è stato il gatto a cercarlo e a unirsi spontaneamente a lui. I topolini e i parassiti di cui erano piene le dispense di casa erano delle vere e proprie leccornie per i felini; presto l’uomo però si accorse che il gatto era molto più che un semplice scocciatore e decise di addomesticarlo.
La comunità di gatti è nomade e gerarchica solo per il tempo necessario, quella dei cani e stanziale e ha dei capi e dei sottoposti ben definiti: questo aspetto la dice lunga sugli istinti profondamente diversi dei due animali domestici più diffusi al mondo.
La convivenza tra cane e gatto, e il linguaggio del corpo
Mentre lo scodinzolio del cane esprime affabilità, la coda sferzante del gatto segnala aggressività. Lo stesso vale per la famosa coda a scovolino, spesso accompagnata dalla schiena inarcata: un gatto che rizza il pelo della coda e la dirige verso l‘alto, vuole apparire più grande e pericoloso e sta reagendo a una possibile minaccia, esattamente come per il cane puntare qualcuno è un segno di dominanza. I gatti lo percepiscono come intollerabile. Invece una strizzatina d’occhi segnala che il gatto ha intenzioni cordiali.
La convivenza tra cane e gatto (e uomo) però può essere difficoltosa proprio perché determinati segnali possono essere fraintesi o ignorati. Il comportamento sociale diverso ha delle ripercussioni sul linguaggio del corpo.
L’uomo può interpretare come amichevole lo scondinzolio del cane (ma non sempre), e distinguerlo dalla frustata piccata della coda del gatto; i felini però reagiscono istintivamente, e imparare i linguaggi del corpo di specie non vicine alla loro non è semplice. Prima devono capire che vivono con coinquilini canini e non felini, e che questi comunicano in maniera diversa.
I cani hanno una mimica del viso mirata e semplice da interpretare, il volto del gatto è più statico: comunica maggiormente con i movimenti della coda, degli occhi e delle orecchie. È possibile quindi che siano degli eterni, si fa per dire, incompresi.
Di solito i gatti, per fare un esempio, miagolano quando comunicano con l’uomo, invece per la conversazione con i loro simili non ricorrono ai suoni, o comunque sono molto diversi dal miagolio con il quale li identifichiamo noi.
A tutto questo va aggiunta una certa differenza di stazza: il cane medio è molto più grande del gatto medio. Una leccata amichevole o una leggera zampata per invitare al gioco viene immediatamente percepita dal gatto come un attacco aggressivo.
Imparare a capirsi
La convivenza tra cane e gatto è possibile, se gli si dà loro il tempo e la serenità necessari per conoscersi e imparare a comunicare. All’adattamento reciproco dei singoli caratteri contribuisce quindi la comunicazione al di là dei limiti delle specie.
Più cautamente si procederà, migliore sarà il risultato. La socializzazione affrettata spesso porta a degli errori. Anche per gli animali la prima impressione è quella che conta, e una volta che si sono fatti un’idea negativa dell’altro animale è difficile dissuaderli.
L’ideale è iniziare la convivenza quando sono entrambi giovani: le limitate esperienze negative contribuiscono a instaurare un legame sereno e duraturo. È possibile anche far convivere animali più anziani, ma il lavoro sarà più lungo e complesso.
Guida alla convivenza tra cane e gatto
I cani in genere sono più gestibili e mansueti, quindi conviene fissare prima delle regole rigide per loro. I gatti sono amici: non devono mai essere inseguiti, neanche durante la passeggiata o passando accanto al giardino del vicino. In ogni caso le ricompense e i premi sono indispensabili.
Di contro far comprendere ai gatti che i cani non sono né pericolosi né ostili spesso è più difficile, ma anche il felino più indipendente e solitario può essere educato. Anche qui è utile premiare ogni suo contatto con il cane e a accompagnarlo con un rinforzo positivo.
Per far vivere insieme questi due animali in appartamento prima di tutto devono avere ognuno un proprio territorio e la possibilità di usarlo come rifugio. La cosa più semplice spesso è dividere i due ambienti, perché i primi giorni si deve evitare il contatto.
A poco a poco si porteranno le coperte e i giochi da una stanza all’altra e verranno scambiati i cuscini: questo permetterà loro di familiarizzare con gli odori. Un’altra opzione è quella di pulire il gatto con una pezza umida e poi farla annusare al cane.
Il primo appuntamento
Quando si pianifica il vero e proprio contatto tra i due, è consigliabile prevedere la presenza di una seconda o una terza persona, ma in ogni caso deve trattarsi di persone conosciute e che non vengano viste come una minaccia.
Normalmente il gatto è fisicamente più piccolo del cane, meglio tenere quest’ultimo al guinzaglio quando si incontreranno per la prima volta. Il gatto deve sempre avere la possibilità di ritrarsi: un tiragraffi alto, un lettino sull’armadio o una mensola sono posti riparati, che la maggior parte dei cani non riesce a raggiungere.
Non chiudere mai il gatto in un trasportino perché si senta sicuro: si otterrà l’effetto contrario, senza possibilità di fuga avrà paura e avvertirà una minaccia costante. Questo vale anche per il cane. Non deve mai avere la sensazione di essere in competizione con il gatto.
Nei mesi a seguire occorre assicurarsi che i due animali abbiano spazio a sufficienza. La lettiera, per esempio, non è il posto giusto accanto a cui mettere i giochi del cane. Anche le ciotole devono essere distanti, all’inizio è meglio farli mangiare in due momenti diversi.
Inoltre sia il cane che il gatto devono avere abbastanza tempo da condividere con noi, non devono sentirsi trascurati. Una dose in più di coccole li farà stare tranquilli e placherà l’istinto di competizione.
In funzione del carattere e delle precedenti esperienze la fase di adattamento può durare ore, giorni o settimane. Non bisogna mai arrendersi e dimenticare che non c’è fretta: più noi saremo rilassati, più lo saranno Fido e Miao.
Sempre cane e gatto
Può capitare che la convivenza tra cane e gatto non funzioni, nonostante tutta la pazienza e tutti gli sforzi del mondo. Succede che i due caratteri non siano conciliabili o sussistano delle avversioni; forse non si piacciono o uno dei due è particolarmente geloso.
Nel dubbio dobbiamo essere sempre corretti nei confronti dei nostri animali e della famiglia. Se anche dopo diversi mesi la convivenza continuasse a non funzionare o addirittura qualcuno si facesse male, allora potrebbe essere arrivato il momento di lasciar perdere e di cercare un’alternativa.
Un etologo esperto può aiutare a capire se c’è ancora del margine di manovra o se tutto il possibile per rendere armonioso il rapporto è già stato fatto.