Clonare il proprio animale domestico dopo la morte: il racconto di chi lo ha fatto
Dopo la morte è possibile clonare il proprio animale domestico? C'è chi lo ha fatto e racconta come è andata
Superare il dolore per la perdita di un caro amico potrebbe non essere facile. Elaborare il lutto è complicato, sia se chi abbiamo perso è una persona a noi cara sia se è il nostro amatissimo pets. In questo ultimo caso c’è chi ricorre a una soluzione di fronte alla quale molti storcono il naso. È possibile clonare il proprio animale domestico dopo la morte e chi lo ha fatto ce lo racconta.
La clonazione è oggi possibile. Negli Stati Uniti nove anni fa due gattini sono stati i primi a essere clonati da un micio che era venuto a mancare. Un processo non semplice e lungo e anche molto costoso (si parla di 50mila dollari). Dopo di loro sono stati clonati altri gatti, ma anche cani e cavalli. Ogni anno aumentano sempre di più. C’è chi arriverebbe a spendere qualunque cifra pur di riavere accanto il proprio amico peloso. Del resto è un desiderio comprensibile per chiunque abbia amato un pets. Per chi non riesce a superare il lutto rassegnandosi alla sua assenza, la clonazione può essere una strada.
Ovviamente non è facile clonare un animale domestico dopo la morte, ma chi ha affrontato questo percorso è soddisfatto del “risultato”, anche se non possiamo pretendere che il nuovo animale sia del tutto identico: geneticamente parlando lo sarà, ma potrebbe comportarsi in modo diverso e, soprattutto, all’inizio non saprà chi sono i suoi proprietari. Come Zeus, il cane clonato dal marito di una donna che ha voluto raccontare la sua esperienza.
“Io e Zeus avevamo un rapporto di amore e odio, a dire il vero. Aveva problemi di aggressività. Era testardo. Ogni volta che cucinavo in cucina, si metteva sotto i miei piedi, io lo urtavo e lui mi mordeva i piedi. Ma aveva un carattere molto dolce quando non mordeva. Zeus ha vissuto fino ai 13 anni. Abbiamo conservato le sue cellule prima che morisse. Il clone si chiama Deuce. Sto a casa con Deuce tutto il giorno, quindi ha legato con me. Sono la sua persona preferita. Più invecchia, più assomiglia a Zeus. Ma Zeus era grigio e io lo ricordo soprattutto vecchio e debole. È stato davvero incredibile incontrarlo di nuovo, sotto forma di cucciolo“.