Un altro cane fa una brutta fine a Palermo: un incubo senza pari
Orrore a Palermo: è stato trovato un cane impiccato a un albero. Nessuno sa ancora niente, ma le forze dell'ordine hanno iniziato a indagare per rendergli giustizia
L’orrore torna a Palermo. Abbiamo ancora negli occhi le immagini del povero Aron, il cagnolino a cui il proprietario ha dato fuoco in piazza. Questa volta la crudeltà dell’essere umano si è manifestata contro un’altra anima indifesa. Le forze dell’ordine hanno trovato un cane impiccato a un albero. Purtroppo per lui non c’era più nulla da fare.
Siamo a Carini, in provincia di Palermo. Le forze dell’ordine hanno ricevuto una segnalazione che ha lasciato tutti sbigottiti. Un cane si trovava morto impiccato a un albero. Aveva un cappio al collo. Il suo corpo è stato ritrovato dagli agenti di polizia municipale, in un terreno di proprietà che si trova nella periferia della cittadina. Non era un cane randagio, aveva un proprietario. Non si esclude nessuna pista, ma i volontari dell’ENPA chiedono all’amministrazione locale e a tutti i cittadini di raccogliere informazioni per rendere giustizia al povero animale, deceduto in modo tragico.
“Chiediamo più controllo sul territorio perché questo era tutto fuorché un cane randagio. Verosimilmente vittima del suo stesso padrone. Chiediamo la collaborazione di chiunque avesse informazioni sul cane o che abbia visto qualcosa”, queste le parole di Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa, che aggiunge: “Siamo fiduciosi nel lavoro delle forze dell’ordine affinché emerga al più presto l’identità del responsabile o dei responsabili di questa terribile uccisione. Chi ha fatto una cosa del genere è un soggetto pericoloso socialmente e deve pagare“.
La notizia del cane impiccato a un albero ha sconvolto nuovamente la comunità palermitana. La città era già insorta contro l’aguzzino del povero Aron, morto dopo giorni di agonia per le ustioni riportate sul corpo. Ogni volta siamo qui a chiederci come possa una persona compiere un gesto così terribile a una povera anima innocente. E siamo qui anche a chiedere pene più severe, perché non accada più.