Traffico illecito di cuccioli di cane: frutta più della vendita di droga
Vale più della vendita di sostanze stupefacenti il traffico illecito di cuccioli di cane. Ecco cosa hanno scoperto le forze dell'ordine sul commercio illegale di poveri cagnolini
Chi pensa che la vendita di sostanze stupefacenti possa essere il settore illegale che frutta di più ai malviventi si sbaglia di grosso. Oggi c’è un altro business che fa fruttare molti soldi sulla pelle e la pelliccia di povere creature innocenti. Stiamo parlando del traffico illecito di cuccioli di cane, un fenomeno abominevole che ha raggiunto livelli allarmanti.
Le forze dell’ordine, proprio di recente, hanno eseguito un sequestro di un allevamento di cuccioli. Dall’Est Europa arrivavano in Italia, direttamente nelle case di persone ignare di tutto quello che c’era dietro. Un traffico illecito di cuccioli di cane, che ha risollevato la questione degli animali creati geneticamente per seguire la moda, senza badare alle complicazioni e alle malattie che questa pratica comporta. Le famiglie che li adottano scoprono solo quando è troppo tardi tutta la sofferenza vissuta dai poveri animali modificati in modo indegno.
Il brigadiere capo Rossano Tozzi, tra gli investigatori dei carabinieri del Reparto operativo Soarda che ha condotto le più recenti indagini, spiega: “Parliamo di un business criminale dai ricarichi superiori anche dieci volte a quello della droga”. Il traffico è transnazionale e ogni anno movimenta tutta Europa oltre 46mila cani, per un volume d’affari che va oltre i 300 milioni di euro“. Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio Zoomafia Lav aggiunge che nell’ultimo osservatorio Zoomafia 2023, in un anno sono stati 215 i cani sequestrati e 30 le persone denunciate. Ma molto è ancora sommerso.
Le cose oggi sono diverse dal passato e sono i social a essere i protagonisti di questi traffici. “Le modalità operative si sono diversificate. Gli autori di questo business criminale sono diventati più scaltri anche dal punto di vista economico, con il ricorso alle frodi carosello per aggirare le normative in materia di Iva. Un traffico possibile attraverso il falso documentale, che consente di importare cuccioli ad appena un mese dalla nascita, spesso non vaccinati, senza pedigree. Attività investigative con sentenze passate in giudicato hanno dimostrato l’esistenza di vere e proprie associazioni criminali, con il coinvolgimento anche, a volte, di veterinari collusi”.