Cani randagi spariti in spiaggia in Thailandia, cosa accade?
Mistero per alcuni cani randagi spariti in spiaggia in Thailandia. Qui non si consuma carne di questo animale, considerato un compagno di vita. E allora costa sta accadendo?
Il mistero si infittisce per i numerosi cani randagi spariti in spiaggia in Thailandia. A differenza di altri Paesi asiatici, qui il consumo di carne di cane è vietato. Il problema sarebbe un altro in merito alla loro improvvisa scomparsa dal litorale. Dopo l’aggressione di un animale vagante nei confronti di un bambino, qualcuno avrebbe iniziato ad avvelenarli tutti, per toglierli di mezzo definitivamente.
In Thailandia, un Paese con 70 milioni di abitanti, i cani sono circa 8,3 milioni, secondi solo ai gatti, circa 10 milioni. Sono amati e rispettati nel Paese dell’Asia Meridionale, dove, però, il fenomeno del randagismo è davvero molto intenso. Ci sono diverse associazioni che si occupano di loro, come la Soi Dog Foundation, che li nutre, li cura, li vaccina, li sterilizza. Spesso può capitare di incontrare dei randagi in giro, sia in strada sia sulle spiagge tailandesi, dove però questi animali, che ogni tanto viaggiano in branco, sono visti come una minaccia per il turismo che nel paese rappresenta il 15% del PNL.
Un paio di anni fa a Pukhet alcuni cani erano stati uccisi, dopo che un animale aveva aggredito un bambino americano di 7 anni in vacanza con la famiglia. A giugno scorso una vicenda analoga ha interessato un bambino finlandese. Un cane randagio lo ha morso in modo grave sulla spiaggia urbana di Ao Nang. Il governatore di Krabi ha allora emesso un decreto di allontanamento degli animali randagi dalle spiagge, per la sicurezza dei turisti. Che tradotto significa che gli animali vengono abbattuti, spesso avvelenati, morendo tra atroci sofferenze. Molte associazioni animaliste si sono ribellate. Ma i cani randagi spariti dalla spiaggia in Thailandia sono ormai molti. Non se ne vedono più.
Ormai i randagi sono scomparsi da molte spiagge a Krabi, Phuket, nelle isole di Ranong e del Golfo del Siam. Tutto è avvenuto però nel silenzio, senza proclami, per impedire che gli animalisti intervenissero per salvarli. E anche per non turbare la sensibilità buddista molto alta nel Paese.