Esiste un’azienda i-Tech che sta cercando tutti i modi per migliorare la vita del tuo cane
Il laboratorio è impegnato su più fronti e per più animali
Su quanti fronti possiamo migliorare la vita dei nostri quattrozampe? Possiamo elencarne qualcuno, (salute fisica, salute psichica, modo in cui ci relazioniamo con loro) ma sono davvero infiniti gli ambiti su cui si può lavorare per far sì che i nostri quattrozampe vivano una vita migliore. Proprio a tale proposito, dovreste sapere che c’è un’azienda che sta lavorando per migliorare, sotto vari aspetti, la vita dei nostri cuccioli. Curiosi di sapere di cosa si tratta? Continuate a leggere!
Si tratta del laboratorio Tech4Animals, di cui è a capo guidato dalla Prof.ssa associata Anna Zamansky presso il Dipartimento di Sistemi Informativi dell’Università di Haifa. “Sono un informatico e amo gli animali. Ho iniziato questo laboratorio 10 anni fa quando non esisteva un campo come la tecnologia e l’IA per gli animali”. Questo è quanto ha dichiarato la professoressa a ISRAEL21c. Ha, poi, aggiunto: “Questo laboratorio è il mio sogno che si avvera”.
Il laboratorio, come vi abbiamo detto, è impegnato su più fronti, ma lavorano anche per il benessere di animali molto molto diversi.
Per quel che riguarda i cani, al momento il loro impegno si concentra sulle loro emozioni. Le studiano basandosi sulle espressioni facciali. “Ora stiamo anche lavorando per riconoscere le emozioni dei cani usando l’analisi facciale. I cani sono molto complicati perché ci sono così tante razze e tipi di corpo diversi e la morfologia muscolare varia notevolmente”. Questo, nuovamente, è quanto affermato dalla dottoressa Zamansky.
Per quel che riguarda altri animali, ha affermato Zamansky “Sviluppando modelli di intelligenza artificiale che vedono le emozioni, possiamo confermare oggettivamente che gli animali da fattoria provano tristezza e angoscia, e questo potrebbe avere un grande impatto sulla legislazione sul benessere degli animali nel mondo. La legge sul benessere degli animali di oggi è nata solo negli anni ’60, quando uno scienziato ha fatto vedere alla gente che questi animali soffrono. Forse abbiamo bisogno di un altro giro di attivismo per riconoscere il povero stato degli animali da fattoria”.
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