L’uomo libera l’Husky che ha passato tutta la sua vita chiuso in giardino: il processo è lungo e difficile

Le continue privazioni del precedente proprietario hanno reso gli inizi non facili, poi, però, la situazione è cambiata!

Lo tenevano in condizioni di segregazione continua. Rimasto bloccato in cortile, l’Husky non aveva la possibilità di relazionarsi con il mondo esterno, di scoprire le meraviglie della natura. Non era il modo migliore di vivere, ma il proprietario evitava di pensare al suo benessere. Il Fido aveva da mangiare soltanto perché un vicino di buon cuore glielo portava. Proprio quest’ultimo, una volta preso coraggio, ha mandato un’e-mail alla Asher House. Che ha raccolto la richiesta, andando a controllare di persona in quali condizioni si trovasse il quadrupede.

Husky liberato

La descrizione corrispondeva, purtroppo, al vero. A prescindere da quanto fosse grande o meno lo spazio concessogli, rimanere in uno spazio recintato 24 ore su 24, sette giorni su sette costituiva una grave violazione dei diritti.

Approfondimento: tutto sulla razza Husky

Quando è stato liberato, Joey (questo il nome dell’Husky) è rimasto spiazzato. Dato il modo in cui veniva trattato dal genitore adottivo, sarebbe stato strano il contrario: anche i piccoli piaceri gli erano totalmente sconosciuti. Eppure, ha dimostrato fin da subito una spiccata propensione a relazionarsi con il suo soccorritore. Fin dal principio ha deciso di obbedirgli. La prossima tappa sarebbe stato il toelettatore, dove gli avrebbero rimosso le pulci presenti lungo tutto il corpo.

Husky in auto con il suo salvatore

Appena messa la zampa fuori dalla proprietà l’Husky ha cominciato a capire che qualcosa di bello stava arrivando. Una volta saltato a bordo dell’automobile, ormai era pronto per scoprire le meraviglie del mondo.

A due settimane di distanza, l’Husky ha compiuto degli enormi progressi. Il suo salvatore è riuscito a ottenerne la custodia dopo un continuo tira e molla con il suo precedente genitore adottivo. È riuscito finalmente a fargli capire l’importanza di garantirgli una vita dignitosa. Quindi, ha iscritto il “bambino peloso” a un centro per relazionarsi con i propri simili.

Inoltre, gli ha presentato la sua allegra brigata dei suoi “batuffoli di pelo”. Tra di loro è nato subito uno splendido rapporto e oggi non è più lo stesso cane, spaventato e indifeso, degli inizi. La commozione scatta automatica nel pensare ai passi in avanti compiuti in un intervallo poi tanto limitato. Ora basta: è giunto il momento di vivere!

Articoli correlati