Blefarite nel cane: sintomi, cause, diagnosi e trattamento
L'occhio di Fido può essere colpito da diverse patologie. Una di queste è la blefarite nel cane. Vediamo cosa comporta.
Hai notato in Fido problemi agli occhi. Non sai ancora di cosa si possa trattare, ma sei preoccupato. Potrebbe essere blefarite nel cane.
È una malattia che colpisce l’occhio, ma può essere curata se diagnosticata in tempo. Le cure fai da te non fanno effetto. L’intervento del veterinario è necessario per escludere ulteriori complicazioni e per scegliere il trattamento più adeguato.
Cosa è
La blefarite nel cane è un’infiammazione cronica delle palpebre a carico del bordo ciliare.
Questa si può ampliare fino ad arrivare alla cute, ai follicoli sebacei e alle ghiandole di Meibomio ( ghiandola escretoria all’interno dell’occhi ).
Cause
Le cause scatenanti della blefarite nel cane sono varie e di origine diversa. I tre raggruppamenti principali racchiudono quelle congenite, batteriche e allergiche.
Per quanto riguarda la causa congenita, troviamo diverse razze predisposte. Tra queste, sicuramente, il Pechinese, il Bulldog inglese, il Labrador, il Barboncino e il Carlino.
Cause batteriche, invece, sembrano riguardare l’infezione da Stafilococco e Streptococco.
Le allergie, infine, vengono raggruppate in quattro ceppi, dal primo al quarto e possono riguardare cibo, farmaci e ambiente circostante.
Sintomi
Tra i sintomi più comuni riscontrati in caso di blefarite nel cane, troviamo:
- Pelle squamosa nella zona oculare;
- Prurito intenso;
- Escrezioni quali muco e pus;
- Edema e ispessimento delle palpebre;
- Escoriazioni;
- Perdita di pelo;
- Perdita di pigmentazione cutanea intorno all’area interessata;
- Formazione di pustole;
- Congiuntivite
- Infiammazione della cornea.
Diagnosi
Una volta identificati i sintomi, l’intervento del veterinario è necessario. Come prima cosa, bisogna fornire un quadro completo della salute del cane.
Particolarmente importante risulta l’identificazione del periodo di comparsa dei primi sintomi ed eventuali traumi che possano essere ritenuti responsabili della patologia.
Dopo di ciò, il veterinario prosegue con i controlli di routine, per escludere ulteriori malattie non ancora diagnosticate.
Tra le analisi di routine troviamo emocromo completo, analisi delle urine e profilo biochimico. Una volta escluse altre malattie, il veterinario procederà con un attento esame oculistico.
In casi particolari, può essere previsto un test allergologico per riscontrare eventuali allergie alimentari.
Trattamento
Il trattamento dipende dalla causa che ha scatenato la patologia. Non si può optare per una cura in particolare, se non si è identificato il fattore che ha scatenato l’infezione.
In caso di auto-trauma, ad esempio, il veterinario può raccomandare l’uso di un collare elisabettiano per un determinato arco di tempo.
Casi più gravi, d’altra parte, possono richiedere farmaci e/o interventi chirurgici.
Infine, in caso di allergia alimentare, l’allergene alimentare identificato, deve essere eliminato dalla dieta.