Inciviltà e tristezza: il non vedente viene cacciato perché il suo cane guida non può entrare
Una persona non vedente è stata cacciata via in malo modo perché in chiesa non volevano che entrasse anche il suo cane guida. Eppure senza di lui il cieco è perso
Da Trieste ci arriva una storia di inciviltà che mette una gran tristezza. Un non vedente è stato cacciato da una chiesa. Il suo cane guida, infatti, non può entrare. Quando la legge italiana, invece, prevede che i cani addestrati per accompagnare chi non vede possano entrare dappertutto. Questa persona è stata cacciata dal luogo di culto insieme al suo fedele amico a quattro zampe, i suoi occhi quando cammina.
Il Partito Animalista FVG ha deciso di denunciare pubblicamente quando accaduto in una chiesa di Trieste. Fabio Rabak, coordinatore regionale del Pai Fvg, spiega che un non vedente non è potuto entrare perché era in compagnia del suo cane guida.
Oggigiorno non è accettabile che succedano queste cose soprattutto da parte di chi dovrebbe dare l’esempio di accoglienza e di rispetto. Si tratta di una questione piuttosto scomoda e non di rilevante importanza per molti, ma, soffermandoci sulla situazione di Trieste, che conta 23.000 cani registrati, direi che è giusto porre una piccola attenzione sul tema.
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La legge non prevede nessuna norma che vieti di entrare in chiesa con il proprio cane. In special modo se si tratta di un cane guida. Tendenzialmente i cani possono entrare in tutti i luoghi pubblici o aperti al pubblico al guinzaglio e con museruola dietro.
Gli unici luoghi vietati sono quelli in cui si preparano, manipolano, trattano e conservano alimenti. Ma se si tratta di cane guida, secondo la legge n.36 del 1974 e legge n. 60 del 2006, nessuno può vietare il loro accesso. Loro possono sempre entrare dappertutto.
Ancora oggi a numerose persone non vedenti accompagnate dal loro cane guida, viene negato l’accesso a luoghi di culto. Oppure vengono maleducatamente portate all’uscita perché in compagnia dell’animale. UICI del Friuli Venezia Giulia continua a sottolineare e porre attenzione su questi accaduti per rendere più sensibile a tutto ciò la comunità, la quale sta già iniziando a mostrare atteggiamenti di cambiamenti e di solidarietà come l’abbandonare l’edificio in segno di dissenso verso la decisione del custode del luogo.
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