Il cacciatore toglie la vita a due cani, ma non lo ammette: “Pensavo fossero coyote”
Cani volati troppo presto sul ponte dell'arcobaleno, a causa dei proiettili di un cacciatore che si difende. Lui dice di averli scambiati per dei coyote, ma in realtà erano dei poveri animali domestici
Michael Konschak non lo ammette. Dal suo punto di vista il cacciatore che ha tolto la vita a questi cani non ha colpe. Perché lui pensava che fossero coyote quando ha iniziato a sparare contro i due animali, uccidendoli sul colpo. Il cacciatore li ha uccisi, ma cerca di difendersi dicendo che in realtà non voleva far loro del male, è stato solo un incidente. Scuse che non reggono assolutamente.
Michael Konschak, di fronte ai giudici, ha detto di aver sì ucciso e scuoiato due animali, ma pensando che fossero due coyote e non i pastori tedeschi di una famiglia che viveva nel Connecticut. Questo quello che ha detto durante l’udienza che si è svolta mercoledì scorso alla Danbury Superior Court.
In aula, oltre alla famiglia dei due cani barbaramente uccisi, c’erano anche tanti proprietari di cani e animalisti, arrivati per sentire cosa avesse da dire in sua discolpa il cacciatore di 61 anni originario di Carmel, New York. Ovviamente si vergogna di quello che ha fatto, ma è stato per lui un incidente.
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Per favore, sappi che quella mattina non è mai stata mia intenzione fare del male agli animali domestici delle vittime.
Il cacciatore è stato arrestato nello scorso mese di febbraio con l’accusa di manomissione di prove, falsificazione, interferenza con un agente, violazioni legate alla caccia. Gli animalisti hanno però chiesto che venissero aggiunti i reati di crudeltà sugli animali. Ma il cacciatore continua a dire che è stato un incidente, solo un incidente. E il suo avvocato ha chiesto di cancellare le accuse e optare per un programma di libertà vigilata speciale.
Erin Caviola ha cercato con la sua famiglia i cani per settimane, scoprendo poi cosa era successo loro. Le teste dei suoi cani rimangono disperse.
Viviamo con il dolore emotivo mentre pensiamo a ciò che hanno provato nei loro ultimi momenti giacendo l’uno accanto all’altro morendo. Si amavano così tanto, immaginarlo è straziante.
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