Il capriolo è stato aggredito da due cani senza guinzaglio che gli hanno tolto la vita
Un giovane capriolo ritrovato senza vita a causa della disattenzione del padrone di due cani
Uno sventurato capriolo che si aggirava nei pressi di Campomorone si è imbattuto nei suoi due boia: due cani senza guinzaglio che lo hanno aggredito. Il piccolo animale selvatico, protetto dall’Enpa di Gneova, si ritrovava infatti a farsi la sua solita passeggiata nel bosco quando ha avuto la sfortuna di incontrare i suoi aggressori. I cani purtroppo, come tutti gli animali d’altronde, spesso conservano il loro istinto predatorio e tendono ad attaccare esseri piccoli e indifesi. Da dove provenivano questi due? Si trattava di due randagi affamati?
La coppia non si è lanciata addosso al capriolo per fame. Infatti, nonostante lo abbiano attaccato a morte, non lo hanno fatto per mangiarlo. I due cani infatti non erano due trovatelli alla disperata ricerca di un pasto ma stavano facendo una passeggiata con il loro padrone. L’uomo però aveva ben pensato di lasciarli scorazzare sciolti ma questo è costato la vita al giovane selvatico. I soccorritori che hanno trovato il capriolo lo hanno immediatamente portato in pronto soccorso. Lì i veterinari lo hanno sottoposto a molteplici operazioni chirurgiche perché le sue lesioni erano tutt’altro che superficiali.
Per il poveretto purtroppo non c’è stato nulla da fare. Se ne stava andando molto lentamente e in preda alla sofferenza, così si è ricorso all’eutanasia. L’Enpa di Genova di fronte a questo triste evento non si è fatta indietro e ha rinnovato caldamente il suo invito a salvaguardare gli animali selvatici del territorio. Il video del violento attacco è stato ripreso da alcune telecamere della zona e mostra per filo e per segno l’accaduto. Si sono esortati i residenti del posto a farsi avanti qualora conoscessero l’identità dell’uomo che ha lasciato sciolti i suoi animali. Gli operatori del Cras si rivelano molto fermi nelle loro dichiarazioni: “Siamo decisi a costringere i proprietari a prendersi le loro responsabilità“.