Komondor, storia e origini del “cane mocio”: una razza davvero unica
Qual è la storia del Komondor, che ormai conosciamo con il soprannome di "cane mocio"? Scopriamolo insieme!
Vi sarà certamente capitato di vedere un cane dal mantello stranissimo, che lo fa somigliare a un “mocio”, di quelli che usiamo per lavare i pavimenti. Si tratta del Komondor, un amico a quattro zampe particolare e dalla storia antica e speciale.
Un cane senza paura, il cui compito in origine era quello di proteggere greggi di pecore o altro bestiame da predatori come lupi, coyote e cani selvatici. Oggi è considerato anche un’ottima compagnia, sempre vigile e attento al proprio padroncino e ai membri della famiglia.
Ma da dove viene il “cane mocio”? Scopriamo insieme la storia del Komondor, una delle razze canine più insolite e particolari che ci siano. Vi piacerà tantissimo!
Indice
- Komondor, storia e origini del “cane mocio”
- Caratteristiche del Komondor
- Komondor storia, molte persone ci hanno chiesto anche
Komondor, storia e origini del “cane mocio”
La storia del Komondor prende le mosse molti secoli fa. Si tratta di una razza canina piuttosto antica, originaria dell’Ungheria che probabilmente discende dal cane russo Owtscharka, ovvero l’attuale Cane da pastore del Causaso.
Le prime testimonianze del nome “Komondor” risalgono ad alcuni documenti ungheresi datati al XVI secolo, sebbene i primi riferimenti a questo grosso e particolare cane da pastore si trovino anche in documenti precedenti. Allora non veniva chiamato in questo modo, ma era già piuttosto conosciuto e diffuso in territorio ungherese.
Stando alle fonti più attendibili, l’arrivo del Komondor in Ungheria è stato possibile grazie ai pastori nomadi che si spostarono dall’Asia in Europa circa mille anni fa. Al suo arrivo non ci mise troppo a diffondersi, non solo in territori ungherese ma anche nel resto del Vecchio Continente, dove si affermò come ottimo cane da pastore e protettore del bestiame.
È una storia lunga quella del Komondor, tuttavia il primo riconoscimento ufficiale a opera dell’American Kennel Club risale al 1937, subito dopo un periodo di profonda crisi in cui la razza rischiò di scomparire. Anche la Seconda Guerra Mondiale, con l’interruzione brusca dei contatti tra l’AKC e l’Hungarian Kennel Club, non giovò affatto a questo splendido amico a quattro zampe: in Europa divenne sempre più raro e anche nella stessa Ungheria gli allevamenti pian piano cominciarono a scomparire.
Gli allevatori americani si impegnarono a fondo per salvare il “cane mocio” ed è soltanto grazie a questo lavoro che oggi possiamo ammirarlo in tutto il suo splendore. Negli Stati Uniti esistono ancora diversi allevamenti che si occupano proprio di questa particolare razza canina.
Caratteristiche del Komondor
La prima caratteristica che salta agli occhi non appena si ammira un Komondor è, senza dubbio, il suo insolito mantello. Non è un caso che venga soprannominato “cane mocio”: il suo pelo non è come quello di tutti gli altri cani, ma ha l’aspetto di tanti brandelli di tessuto arrotolati su sé stessi. Diciamo pure che all’apparenza sembra infeltrito e scombinato, cosa che tra l’altro è prevista ed espressamente richiesta dallo standard di razza ufficiale.
Oltre a questo pelo “a corde”, ci sono altre caratteristiche del Komondor di cui tenere conto. A cominciare dalla sua stazza, che è piuttosto importante: pensate che questo cane è grande e muscoloso e da adulto raggiunge i 71-76 cm di altezza e un peso di 60 kg nel caso di esemplari maschi. Le femmine adulte, come spesso accade, sono un po’ più piccole: l’altezza varia dai 64 ai 69 cm mentre il peso dai 40 ai 50 kg.
Queste dimensioni non gli impediscono di essere un cane agile e scattante, che può correre a grandi velocità in spazi aperti. E poi c’è da aggiungere a tutto questo il carattere del Komondor, che rispecchia proprio la sua natura e la sua storia: ottimo cane da pastore, è sempre vigile e attento al padrone e alla casa, calmo ma al contempo coraggioso e sempre pronto a farsi avanti in caso di pericolo. Anche in casa è piuttosto tranquillo, ma sempre a patto che non percepisca una minaccia: a quel punto vien fuori la sua natura eccezionale!
Komondor storia, molte persone ci hanno chiesto anche:
Quale il primo cane al mondo?
Se l’origine del Komondor è antica, quella del primo cane al mondo si perde nella notte dei tempi. Gli ultimi studi affermano che l’antenato degli attuali cani – si parla, quindi, del primo vero e proprio addomesticamento – risalga a circa 15.000 anni fa. Un risultato che gli scienziati hanno ottenuto analizzando il DNA di alcuni resti di ossa rinvenuti tra le steppe dell’Asia centrale. I primi cani “domestici” vissero con l’uomo già dal Paleolitico ed è da allora che è iniziata la storia dell’amicizia più bella e pura che ci sia!
Piccola curiosità. Gli studi più recenti hanno confermato che la razza canina più antica del mondo è il Basenji, proveniente dall’Africa.
Quanto costa un cane Komondor?
Il Komondor è di per sé un cane raro, non di certo uno di quegli esemplari che si possano trovare ovunque e con facilità. Ecco perché il prezzo è alto. Tendenzialmente ci si deve affidare ad allevatori registrati e certificati negli Stati Uniti d’America o situati in Ungheria, ragion per cui il costo totale di un esemplare d’allevamento non è inferiore ai 1.200 euro circa. Se volete qualche informazione in più a proposito di questo cane o volete mettervi in contatto con gli allevatori esteri, vi consigliamo di rivolgervi all’ENCI.
Come ti vedono i cani?
Questa è una domanda che in molti si pongono, una di quelle curiosità che più attirano l’attenzione di grandi e piccini. I cani non vedono nello stesso modo in cui vediamo noi umani, tuttavia non sono daltonici come spesso erroneamente si dice: il cane ha una visione dicromatica del mondo, cosa che non gli consente di distinguere il rosso e il verde ma solo viola-blu, giallo e sfumature di grigio. Inoltre il cane è tendenzialmente un animale miope, ma percepisce un campo visivo molto più ampio rispetto alle persone.
Perché il cane si chiama cane?
Ottima domanda dalla risposta molto semplice: il termine “cane” che ormai usiamo da secoli deriva dal latino canis. Proprio con questa parola si definisce scientificamente un genere più ampio, che comprende diverse specie tra cani, lupi e sciacalli.