Frasi sui cani da Io e Marley: le citazioni più tenere
Una storia che ha conquistato il cuore di tutti: ecco alcune frasi sui cani da Io e Marley, film che racconta di una grande amicizia
La storia di una grande amicizia che ci ha fatto divertire, ma soprattutto commuovere: ecco le più belle frasi sui cani da Io e Marley.
Io e Marley è un film del 2008 con Owen Wilson e Jennifer Aniston, basato sull’omonima autobiografia di John Grogan che racconta di come l’ingresso in famiglia di un cucciolo di Labrador abbia cambiato per sempre la sua vita e quella dei suoi cari.
Ecco una raccolta di frasi sui cani da Io e Marley. Buona lettura!
Frasi tratte dal film
«È proprio come un bambino, ma più peloso!»
«Niente può eguagliare l’esperienza di allevare il tuo primo cane, la gioia di camminare fianco a fianco all’aria aperta col tuo migliore amico.»
«A un cane non importa se sei ricco o povero, brillante o imbranato, intelligente o stupido, se gli dai il tuo cuore lui ti darà il suo. Di quante persone si può dire lo stesso? Quante persone ti fanno sentire unico, puro, speciale? Quante persone possono farti sentire…straordinario?»
«Ti ricordi che ti dicevamo sempre che eri un cane terribile. Che eri il cane peggiore del mondo. Non devi crederci, non crederci neanche per un attimo, perché non avremmo potuto trovare un cane migliore.»
«Sei stato proprio un grande cane, perché ci hai amato ogni giorno, qualunque cosa accadesse, e questo è fantastico, sai. Non so esattamente cosa ci sia dopo, ma voglio che tu ti ricordi che sei un grande cane Marley, sei un grande cane.»
Frasi tratte dal libro
«Per stasera eravamo solo noi due, Marley e io (…) non potei fare a meno di pensare alla nostra prima notte insieme di tanti anni fa quando l’avevo portato a casa dall’allevamento, un cucciolino che piagnucolava in cerca della mamma. Ricordavo come avevo trasportato la sua scatola in camera mia e il modo in cui ci eravamo addormentati insieme, il mio braccio che penzolava dalla sponda del letto per confortarlo.»
«Pensavo alla sua infanzia e alla sua adolescenza, ai divani ridotti a brandelli e ai materassi masticati, (…) pensavo agli oggetti trangugiati, ai libretti di assegni rubati e ai dolci momenti di empatia cane-uomo. Per lo più pensavo a che buono e fedele compagno era stato in tutti quegli anni. Che fantastico viaggio!»
«Era un maestro e un modello di comportamento. Era possibile per un cane, qualsiasi cane, ma soprattutto un pazzo cane incontrollabile come il nostro, indicare agli umani le cose che contavano realmente nella vita? Direi di si. Lealtà. Coraggio. Devozione. Semplicità. Gioia. E le cose che non contavano.»
«In qualche modo, avere Marley con noi e vedere come gli estranei lo guardavano cauti ci conferiva un incomparabile senso di pace. Era un grosso, affettuoso sciocco cane che avrebbe aggredito gli intrusi leccandoli. Ma i malintenzionati là fuori non avevano bisogno di saperlo. Per loro era grosso, era forte ed era anche un po’ pazzo. E a noi stava bene così.»
«Marley mi ha insegnato a vivere ogni giorno con sfrenata esuberanza e gioia, a cogliere il momento e seguire il mio cuore. Mi ha insegnato ad apprezzare le cose semplici: una passeggiata nei boschi, una fresca nevicata, un sonnellino in un raggio di sole invernale. E mentre diventava vecchio e malandato, mi ha insegnato l’ottimismo di fronte alle avversità. Soprattutto mi ha insegnato l’amicizia, l’altruismo e una profonda devozione.»