Beagle Nano: caratteristiche, come riconoscerlo e cosa sapere
Avrete sentito parlare del Beagle Nano, ma forse non sapete che questo quattro zampe non rientra nello standard di razza: facciamo chiarezza
Ormai da anni si è diffusa una moda che prende sempre più piede tra chi desidera avere un cane: cercare dei quattro zampe che rappresentino in tutto e per tutto le caratteristiche tipiche di una razza ma… In versione “mini”. Il Beagle Nano entra appieno in questo contesto.
Basta leggere gli standard di razza registrati dall’ENCI – Ente Nazionale Cinofilia Italiana per avere un’esatta idea di come un esemplare di razza dovrebbe essere. Si va dall’altezza al peso, dal tipo di mantello alla lunghezza del pelo, fino ad arrivare a particolari ancor più dettagliati come la grandezza del tartufo, la lunghezza della canna del muso e così via.
Spesso alcune razze canine sono disponibili (come da standard) in più taglie. Ma perché il Beagle Nano non figura nella scheda “ufficiale” di questa splendida razza? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
Indice
- Beagle Nano vs Beagle
- Peso e dimensioni
- Carattere del Beagle Nano
- Allevamenti in Italia
- Beagle Nano, molte persone ci hanno chiesto anche
Beagle Nano vs Beagle
È inevitabile che oggigiorno molte persone (lo facciamo anche noi) si cimentino in sporadiche ricerche sul web per trovare le informazioni di cui hanno bisogno. E sì, lo fanno anche quando vogliono saperne di più su un cane in particolare, magari cercandone il costo o eventuali allevamenti a cui rivolgersi per un’adozione. Il web è uno strumento formidabile che ci consente di sapere praticamente qualsiasi cosa, ma attenzione: può essere utile ma anche portarci fuori strada.
Ed è qui che entra appieno la vicenda del Beagle Nano che, leggendo qua e là, troverete anche sotto le definizioni di Beagle Elizabeth o Beagle Pocket. Stando a ciò che scrivono in molti, si tratterebbe della versione più piccola del classico Beagle, quindi di dimensioni ridotte rispetto a quanto riportato nello standard ufficiale. Fin qui niente di strano, dato che siamo abituati a cani disponibili in diverse varianti e dimensioni come il Barbone, tanto per citare un esempio celebre.
Ma allora perché il Beagle Nano non è previsto dallo standard di razza? Semplicemente perché, come vi confermeranno molti allevatori che se ne occupano, si tratta di un cane che esisteva ma oggi tecnicamente non esiste più. Esisteva fino al 19° secolo e il suo nome si deve alla Regina Elisabetta I – grande appassionata di bracchetti -, che possedeva degli esemplari che non superavano i 26 cm al garrese, frutto di una speciale selezione. In pratica degli esemplari “mini”, ma con le stesse e identiche peculiarità e doti del Beagle per come lo conosciamo oggi.
Questa varietà di Beagle, però, di fatto non esiste più già dalla fine del Novecento. Quelli che troviamo oggi sono cani selezionati per avere dimensioni ridotte, quindi nati da incroci di cani di piccola taglia e Beagle. Pertanto i cani Beagle di altezza inferiore a 33 cm non rientrano nello standard di razza.
Peso e dimensioni
Quando nel Seicento la Regina Elisabetta I ereditò degli esemplari di Beagle, per lei si aprì un mondo meraviglioso: in breve sono diventati la sua più grande passione! La Sovrana ancora oggi è considerata una delle più grandi esperte di bracchetti della storia e, proprio in suo onore, il cosiddetto Beagle Nano venne chiamato anche Beagle Elizabeth.
Questo particolare tipo di segugio, abilissimo nel cacciare la selvaggina e le piccole prede, era frutto di un’attenta e accuratissima selezione che ha prodotto esemplari la cui altezza al garrese rientrava tra i 26 e i 18 cm. Insomma, erano ovviamente come dei Beagle in miniatura, visto che gli esemplari standard non scendono al di sotto dei 33 cm di altezza al garrese.
Erano più piccoli, compatti, pesavano di meno e potevano essere tranquillamente trasportati nelle borse da sella, quando si andava a caccia in groppa al cavallo. Poi nel 19° secolo, riscontrando serie difficoltà nella riproduzione, gli esemplari di mini-Beagle a poco a poco cominciarono a ridursi in numero, fino a scomparire del tutto.
Carattere del Beagle Nano
Quando parliamo del Beagle Nano prediletto dalla Regina d’Inghilterra, ci riferiamo in tutto e per tutto a un cane che riproduceva con esattezza le caratteristiche del classico Beagle. Vale per la morfologia e l’aspetto fisico, ma anche per il carattere e il temperamento di questi esemplari.
Più che parlare del carattere del Beagle Nano, dunque, dobbiamo riferirci a quello del classico Beagle. In linea generale parliamo di un quattro zampe adatto a tutti, anche ai bambini, con i quali ha un’intesa grandiosa. Ma non aspettatevi un cane che se ne stia fermo sul divano per tutto il tempo: il Beagle vuole muoversi, giocare, esternare le sue energie e divertirsi in compagnia dei suoi umani del cuore.
Un cane affettuoso e fedele, ma anche piuttosto esuberante. Perciò prima di adottarne uno, ponetevi la fatidica domanda: sono davvero il padroncino adatto a questo tipo di cane?
Allevamenti in Italia
Troverete in giro miriadi di annunci sul Beagle Nano e la possibilità di acquistarne un esemplare in allevamento. Ma attenzione perché, come abbiamo visto, non si tratta di esemplari previsti dallo standard e quindi non possiamo contare sull’affidabilità di questi sedicenti professionisti. Cercate sempre con cura un allevamento certificato, gestito da esperti della razza e che non vi portino fuori strada con esemplari di taglie “fantasiose”. In Italia ne esistono parecchi, appositamente registrati all’ENCI e al Club Italiano del Beagle, Beagle-Harrier e Harrier.
Beagle Nano, molte persone ci hanno chiesto anche:
Quanto costa un Beagle Nano?
Domanda che si pone chi cerca un mini-Beagle, ma quella più corretta a cui rispondere è quanto costa un esemplare standard. Il prezzo medio di un cucciolo si aggira intorno ai 700-1.000 euro.
Quali sono i difetti del Beagle?
Come tutti i cani di razza, anche il Beagle è predisposto ad alcune malattie particolari di cui è bene essere a conoscenza nell’ottica di un’adozione. È un quattro zampe piuttosto robusto e resistente, tuttavia non mancano i problemi relativi alle ossa come displasia dell’anca, lussazione della rotula, ernia del disco. Tra le patologie più comuni troviamo anche atrofia progressiva della retina, cherry eye, glaucoma.
Tornando al Beagle Nano, c’è un’altra malattia – Beagle Dwarfism – che causa nel cane una sorta di “nanismo”, appunto, con dimensioni ridotte e zampe pericolosamente corte. Siete ancora convinti di volere un mini-Beagle?…