Cani tenuti in case piccole e sporche: per la Corte di Cassazione è reato di abbandono
Chi tiene in casa cani non assicurando adeguata pulizia e ambienti abbastanza ampi, rischia di essere condannato per reato di abbandono. Così dice la Corte di Cassazione
I giudici della Corte di Cassazione non hanno dubbi. Nel caso di proprietari di cani tenuti in case piccole e sporche, non adeguate per una vita dignitosa per i poveri pets, si può ipotizzare il reato di abbandono di animali domestici. Che non avviene solo quando vengono lasciati per strada. Ma anche quando vengono tenuti in condizioni ritenute non sufficienti per la loro salute fisica e mentale.
Abbandonare un cane non vuol dire solo liberarsi di lui, lasciandolo in strada in pericolo. Vuol dire anche non tenerlo in condizioni idonee, in appartamenti troppo piccoli, senza spazio, senza luce. E senza una giusta pulizia di tutti gli ambienti dove i pets vivono.
I giudici della Corte di Cassazione lo hanno ribadito in una recente sentenza. Il caso riguardava sette cani Husky e Samoiedo, alcuni dei quali cuccioli. Cani che erano costretti a vivere in una casa di 40 metri quadri, senza finestre o balconi che potessero far filtrare la luce del sole. E in condizioni igieniche precarie.
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I cani, anche se i padroni li portavano spesso a passeggiare e non erano malnutriti, erano di fatto maltrattati dai proprietari, perché non vivevano in spazi adeguati. Il concetto è ribadito dall’articolo 727 del Codice Penale. È reato anche quando gli animali sono tenuti in condizioni non compatibili con la loro natura e che possano causare gravi sofferenze.
Se gli animali non hanno luce, cibo, acqua, non vivono in ambienti sicuri e puliti, in condizioni igieniche precarie, allora significa che il proprietario sta facendo soffrire le povere bestiole. E sta causando danni al corpo e alla mente che potrebbero essere irreparabili.
Dunque, non importa se gli animali hanno avuto la fortuna di non ammalarsi. Rimane reato di abbandono anche il caso in cui gli animali vivano una vita non dignitosa. Dignità he passa anche attraverso l’ambiente dove sono ospitati e le condizioni igieniche degli spazi.
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