Ecco alcune foto molto rare di Balto, il cane che salvò un intero paese dalla difterite.
Quasi tutti conoscono la storia di Balto e dei cani da slitta che salvarono un intero paesino dalla difterite. Accadde nel 1925 in un paesino chiamato Nome, la malattia si era propagata, facendo una vittima dietro l’altra e l’antitossina non era disponibile. La città mandò un telegramma chiedendo che l’antitossina viaggiasse verso Nome per fermare l’epidemia e salvare chi era stato affetto. Il messaggio diceva:
” Nome chiamando, aiuto, Nome chiamando. Abbiamo epidemia di difterite, non abbiamo siero. Necessario aiuto urgente”
Era Gennaio quando scoppiò l’epidemia e l’inverno quell’anno fu particolarmente rigido con tempeste e temperature che arrivavano a -50°c. Ci furono svariate risposte alla richiesta di aiuto, ma aerei e treni non erano in grado di viaggiare a causa del maltempo e l’unica possibilità rimasta di salvare centinaia di persone fu l’utilizzo dei cani da slitta.
Il viaggio di oltre 600 miglia fu suddiviso in diverse tappe, da una città all’altra veniva dato il cambio e un nuovo gruppo di cani con un uomo partivano verso la meta successiva. Gli uomini si affidarono all’istinto e alla giuda dei cani da slitta e soprattutto del cane guida a capo del branco. Affrontarono temperature rigidissime, tempeste, e pericoli in agguato, ma grazie all’istinto dei cani, l’antitossina arrivò a Nome.
L’ultimo tragitto fu il più difficile, a capo del gruppo di cani da slitta, fu messo Balto, un incrocio di Husky, era nero con macchie bianche alle zampe, sul ventre e sulla punta del naso ed era affetto da “costole a barile”, una condizione che faceva crescere le zampe anteriori in maniera arcata.
Balto non aveva mai guidato una slitta né aveva mai percorso lunghi tragitti, ma il suo proprietario, Kaasen, si fidava del suo istinto e fu la scelta migliore.
Il gruppo di baldo si trovo in mezzo ad una tempesta cosi violenta che Kaasen non riusciva nemmeno a vedere i suoi cani, ma Balto non si fermò un attimo, come se gli bastasse il suo fiuto per trovare la via. Alle 5 e 30 del mattino, l’antitossina arrivò a destinazione, e Balto fu conosciuto a livello mondiale come l’eroe che aveva salvato un intero paese. Dopo avergli dedicato una statua, a lui e a tutti i cani che parteciparono al viaggio, la vita di Baldo cambiò.
Poiché l’essere umano non si smentisce mai, la vita di Baldo divenne un incubo. Il suo proprietario Kaasen vendete lui e gli altri 7 cani che trainarono la slitta ad un circo, dove Balto veniva usato come attrazione, il mondo intero conosceva il suo eroismo e per vederlo o farsi delle foto la gente pagava 10 centesimi a biglietto.
Nel 1927 Balto e altri sei cani sopravvissuti furono comprati da un museo che voleva esibirli e successivamente furono portati in uno zoo a Cleveland dove trascorsero il resto della loro vita. Per Balto furono 6 lunghi anni di prigionia, finché il veterinario lo mise a dormire per sempre nel 1933, perché era diventato sordo, cieco e soffriva di artrite.
Il corpo di Balto è stato essiccato ed impagliato per essere esposto al museo di storia naturale di Cleveland.
Ecco il riconoscimento che l’essere umano ha dato a questo cane che ha salvato centinaia di persone da morte certa: una vita di abusi e di schiavitù, venduto come un oggetto, da uomini avari che volevano arricchirsi sulla sua fama.