Shunt portosistemico del cane: che cos’è?
Lo shunt portosistemico del cane è purtroppo un disturbo congenito che può colpire il nostro cucciolo inaspettatamente e un intervento non tempestivo potrebbe essergli fatale
Quando adottiamo un cane, oltre alle gioie di averlo sempre con noi, dobbiamo ugualmente tenere gli occhi aperti anche sulla sua salute.
Nonostante ci sembrino sempre forti e vivaci, patologie antipatiche e in alcuni casi anche particolarmente gravi, possono essere sempre dietro l’angolo.
La salute del nostro cane deve essere un elemento da tenere sempre e in costante sotto controllo.
Per questa ragione è importante programmare visite mediche periodiche per sfatare ogni dubbio su possibili malattie.
Ad esempio, un malattia congenita e molto rischiosa è lo shunt portosistemico del cane.
Un’anomalia che attacca i vasi sanguigni del cane attaccando di conseguenza l’intero organismo.
Ma vediamo di capire quali sono i sintomi e come bisogna intervenire.
Shunt portosistemico del cane: la malattia
Lo shunt portosistemico del cane è una malattia molto rara, nella maggior parte dei casi è di tipo congenito.
A causa di questa sua rarità è molto complicato associare i sintomi a questo tipo di disturbo.
Per questo motivo proveremo a spiegarvi nello specifico di cosa si tratta perché un intervento tempestivo potrebbe salvare la vita del vostro cane.
Lo shunt portosistemico è un malfunzionamento di un vaso sanguigno che per un difetto congenito del sangue a livello addominale attacca il circolo sistemico.
Questo malfunzionamento è capace di sorpassare l’azione depuratrice del fegato attaccando l’intero organismo del cane.
Lo shunt portosistemico può essere congenito o acquisito.
Nel caso sia congenito il malfunzionamento è presente nel cane fin dalla nascita.
Dobbiamo distinguere, a questo punto, lo shunt portosistemico congenito in due forme: intraepatico ed extraepatico.
Entrambi pericolosi si differenziano sia per la rarità della patologia e sia per per la parte interessata.
Nel caso sia intraepatico siamo all’interno del fegato, molti organi e vasi sanguigni sono interessati e in questo caso, vista anche la rarità del caso, è molto difficile intervenire.
Extraeptatico invece, ci troviamo all’esterno del fegato, è la situazione più comune e per questa ragione, in alcuni casi è molto più semplice intervenire in tempo.
Quali sono i sintomi dello shunt portosistemico?
I sintomi, soprattutto se si tratta di una malattia congenita, possono apparire già nel primo anno di vita del cane.
Come abbiamo più volte specificato, se la malattia è congenita, in alcuni casi non è possibile intervenire chirurgicamente.
Ma quali sono i sintomi che ci possono aiutare a capire se si tratta di shunt portosistemico?
Dobbiamo distinguere i sintomi fisici da quelli neurologici.
Fisici: purtroppo le convulsioni e la diarrea sono i sintomi più comuni. Ed essendo entrambi sintomi che possono essere associati ad altri disturbi, è molto complicato riconoscerli e attribuirli allo shunt portosistemico.
Anche l’eccessiva salivazione può essere un sintomo dello shunt.
Neurologici: cecità apparente, iperattività ma anche l’eccessiva sonnolenza possono essere sintomi collegabili allo spunto portosistemico.
Non è molto semplice riconoscere tutti i sintomi perché molti dei quali purtroppo sono spesso associabili ad altri disturbi, in alcuni casi anche non così gravi.
Come si può curare lo shunt portosistemico?
La tempestività nel riconoscere o meno il disturbo ed intervenire di conseguenza è fondamentale.
Se doveste accorgervi che qualcosa non sta andando per il verso giusto e si sono manifestati sintomi molto simili a quelli dello shunt, vi consigliamo di portare immediatamente il cane dal vostro veterinario di fiducia.
Il medico valuterà, in seguito ad analisi veloci e precise, quale sia l’intervento migliore per salvarlo.
La prima fase riguarda il saper riconoscere il tipo di shunt per capire se è opportuno intervenire chirurgicamente o meno.
In quasi la totalità dei casi l’intervento chirurgico è l’unica soluzione possibile.
Vista la rarità del caso anche l’intervento chirurgico è particolarmente difficile da sostenere.
Si tratta di un’operazione abbastanza delicata durante la quale il chirurgo deve risanare il vaso sanguigno per permettergli col tempo di ricostruirsi.
In un tempo che varia tra i due e i tre mesi il vaso potrebbe risultare totalmente ripristinato.
Ma cosa succede dopo l’intervento?
Ogni intervento chirurgico prevede una convalescenza e un periodo di cure costanti.
In particolare modo, in questo caso, è altamente probabile che il cane possa non farcela.
Si tratta purtroppo di un intervento molto invasivo e molto delicato che non rientra assolutamente nelle operazioni chirurgiche di routine.
Quindi il veterinario, insieme a tutta la sua equipe, monitorerà i momenti immediatamente dopo l’intervento per evitare in tutti i modi la morte del cane.
Non tutti gli interventi di questo tipo però causano il decesso, ma è fondamentale che si intervenga immediatamente.
Non sempre un’operazione chirurgica è possibile, nel caso infatti si tratti di shunt portosistemico di tipo intraepatico, non è possibile operare il cane.
In questi casi si interverrà sul regime alimentare evitandogli categoricamente le proteine. Sarà invece fondamentale aiutare il cane anche una prescrizione di antibiotici.
Quali altre malattie congenite esistono?
Purtroppo anche i cani sopportano il peso di alcune malattie congenite per le quali spesso non è possibile intervenire, come lo shunt portosistemico.
Vediamone alcune.
Calcoli: purtroppo i calcoli renali, che noi umani conosciamo bene, è una patologia congenita per la quale i cani possono soffrirne.
Ci sono alcune razze che sono più predisposte come ad esempio i Dalmata e i Terranova.
Nella maggiori parte dei casi i calcoli possono essere curati attraverso una corretta alimentazione, viceversa nei casi più gravi un intervento chirurgico potrebbe risolvere il tutto.
Epilessia: molto difficile da riconoscere, è purtroppo una malattia congenita che riguarda in particolar modo alcune razze come ad esempio il Pastore Tedesco.
In questi casi una cura di antiepilettici è la soluzione.
Branchicefalia: una patologia respiratoria che colpisce i cani dal muso schiacciato.
Questi cani hanno il muso e le narici strette e per questa ragione trovano difficoltà a respirare.
Spesso questi cani non possono praticamente molta attività fisica e soffrono in modo eccessivo il caldo.
Purtroppo anche i cani soffrono di malattie genetiche particolarmente antipatiche per le quali spesso non è possibile intervenire.
Ad ogni modo cercate sempre di monitorare per quanto vi è possibile, la situazione psicofisica del vostro cucciolo, programmando a distanza di pochi mesi, visite mediche di controllo ed esami specifici.
Serve a voi per stare più tranquilli e per capire in tempo cosa c’è che non va, se c’è qualcosa che si può fare e come poter intervenire tempestivamente.